L’Argilla: Per la salute e la bellezza del viso e del corpo Proprietà e benefici dell’Argilla L’ Argilla può essere verde,rossa,gialla,grigia e bianca. Ognuna ha…
Continua a leggerePROPRIETÀ E BENEFICI DELL’ARGILLA
Responsabile di questa condizione è uno stile di vita non sano come fumare, bere alcolici, mangiare cibi salati e stare molto in piedi. Per porvi rimedio è necessario cambiare le proprie abitudini, se si sta molto in piedi durante il giorno si consiglia ogni tanto di alzarsi sulle punte per stimolare la circolazione ed il ritorno venoso. Tuttavia ci sono altri accorgimenti che possono aiutare a ridurre se non a prevenire la ritenzione idrica. Primo fra tutti è ridurre il sale all’interno della dieta quotidiana visto che il sodio contenuto nel sale farebbe trattenere acqua nel corpo, inoltre sarebbe anche bene diminuire l’assunzione di cibi troppo salati o mangiarne quantità più ridotte. Come seconda soluzione si possono assumere tisane drenanti come la pilosella che ha importanti proprietà diuretiche e antiinfiammatorie, il tè di giava ed il tarassaco. Queste tisane sono utili ma non coprono il fabbisogno di acqua giornaliero, per questo è necessario bere molto durante la giornata, almeno 1 litro e mezzo 2 ogni 24 ore. Ci sono poi alimenti ricchi di potassio come le banane che aiutano a eliminare il sodio e a controllare la ritenzione, oltre alle banane vanno benissimo i kiwi, il petto di pollo e la frutta secca. Altra cosa è importante fare attività fisica, bastano anche solo 7 minuti al giorno riattivando la circolazione con semplici esercizi come camminate o corsette. Evitare inoltre vestiti troppo stretti ma optare per qualche capo morbido.
Continua a leggereRitenzione idrica prevenzione e soluzione
di Benedetta Giovannetti Responsabile di questa condizione è uno stile di vita non sano come fumare, bere alcolici, mangiare cibi salati e stare molto in piedi. Per porvi rimedio è necessario cambiare le proprie abitudini, se si sta molto in piedi durante il giorno si consiglia ogni tanto di alzarsi sulle punte per stimolare la circolazione ed il ritorno venoso. Tuttavia ci sono altri accorgimenti che possono aiutare a ridurre se non a prevenire la ritenzione idrica. Primo fra tutti è ridurre il sale all’interno della dieta quotidiana visto che il sodio contenuto nel sale farebbe trattenere acqua nel corpo, inoltre sarebbe anche bene diminuire l’assunzione di cibi troppo salati o mangiarne quantità più ridotte. Come seconda soluzione si possono assumere tisane drenanti come la pilosella che ha importanti proprietà diuretiche e antiinfiammatorie, il tè di giava ed il tarassaco. Queste tisane sono utili ma non coprono il fabbisogno di acqua giornaliero, per questo è necessario bere molto durante la giornata, almeno 1 litro e mezzo 2 ogni 24 ore. Ci sono poi alimenti ricchi di potassio come le banane che aiutano a eliminare il sodio e a controllare la ritenzione, oltre alle banane vanno benissimo i kiwi, il petto di pollo e la frutta secca. Altra cosa è importante fare attività fisica, bastano anche solo 7 minuti al giorno riattivando la circolazione con semplici esercizi come camminate o corsette. Evitare inoltre vestiti troppo stretti ma optare per qualche capo morbido.
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di Benedetta Giovannetti Le feste natalizie sono un’occasione da sempre di passare le feste in famiglia, specie in questo periodo di restrizioni per quanto riguarda gli eventi e allora magari può capitare di mangiare qualche boccone di troppo e di sentirsi appesantite dopo, cosa fare allora per sgonfiarsi e depurare il proprio organismo dagli eccessi che ci siamo concessi? Possiamo ricorrere alle tisane. Ecco qui di seguito alcune tisane perfette per sgonfiarsi e depurarsi. Una prima tisana è quella zenzero, menta e carciofo per liberarsi dalle tossine in eccesso, le foglioline di menta sono utili a favorire il flusso biliare, il carciofo ripulisce il fegato e lo zenzero velocizza il metabolismo eliminando le infiammazioni. Basta far bollire le foglioline e la radice in un litro di acqua per circa 5 minuti e poi lasciarla riposare prima di berla. Una seconda tisana molto utile perché stimola la diuresi è quella al finocchio anice e cumino, qui si fanno bollire i semi, si lascia riposare per circa 15 minuti e poi si filtra e si beve. Oltre a stimolare la diuresi è anche perfetta per ridurre il gonfiore addominale. Per chi ama lo zenzero un’altra tisana è quella a base di zenzero, curcuma e limone. Si prende un limone biologico, si lava e si sbuccia, poi si taglia a pezzettini di un centimetro la radice di zenzero e quella di curcuma e si fa bollire con la buccia di limone in 500 ml di acqua per circa 4/5 minuti. Si lascia riposare per 15 minuti e poi dopo averla filtrata si aggiunge succo di limone e si beve, è una tisana perfetta perché ha un effetto disintossicante su fegato, reni e intestino. Se il vostro problema invece è solo quella di digerire si può fare un bicchiere di acqua e limone, da
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Continua a leggereTisane detox post feste
di Benedetta Giovannetti Se ne possono preparare di vari tipi, vediamone alcune e come prepararle. La prima tisana ha come ingredienti 2 mele verdi, 1 cetriolo, 2 limoni e 2 litri di acqua. Per prima cosa lavate bene il limone e le mele, poi prendete l’acqua e mettetela all’interno di una caraffa poi aggiungete il succo del limone. Tagliate a fettine le mele e strofinatele con il succo di limone per non farle diventare nere e tuffatele nell’acqua. Sbucciate il cetriolo, tagliatelo a fettine spesse un cm e mettetele nell’acqua, aggiungete il limone tagliato a spicchi piccoli. Prima di consumarla fatela riposare in frigorifero per almeno 10/15 minuti e agitatela prima di versarla nel bicchiere. Questo tipo di acqua ha varie proprietà, è depurativa, diuretica, idratante, rinfrescante, combatte la ritenzione idrica e aiuta la digestione. Un’altra acqua detox molto buona è quella con limone, menta e cetriolo. Si prendono mezzo limone e mezzo cetriolo con la buccia e si mettono in una caraffa insieme a qualche fogliolina di menta fresca, si riempie la caraffa di acqua e si lascia in infusione dalle due alle sei ore prima di berla. Infine terza e ultima acqua detox è quella mela arancia e cannella. Si prende mezza mela verde e uno spicchio di arancia con la buccia e si mettono in una caraffa, si aggiunge una stecca di cannella e la si riempie di acqua. Solita infusione dalle due alle sei ore prima di bere.
Continua a leggereAcque detox: dissetarsi con gusto e in salute
di Glenda Oddi La dismenorrea e una condizioni che caratterizza in maniera più o meno intensa tutte le donne in età fertile. È costituita da un dolore acuto al basso ventre in concomitanza alla comparsa della mestruazione o già a partire da qualche giorno prima. I disturbi associati ad essa sono di varia natura: mal di schiena; stanchezza; nervosismo; lombalgia; sbalzi d’umore; diarrea; tensione mammaria; nausea; capogiri e svenimenti. Il tratto saliente di questo disagio resta comunque il dolore al ventre che può essere constante o crampiforme. Può comparire alcuni giorni prima la mestruazione, raggiunge la massima intensità circa 24 ore dopo la comparsa del flusso e può protrarsi fino a 2 o 3 giorni dopo. La dismenorrea si differenzia in primaria e secondaria. La primaria non è apparentemente connessa ad alcuna specifica causa organica mentre la secondaria è legata a sindromi che riguardano gli organi genitali come, per esempio, l’endometriosi. La primaria è dunque quella più diffusa, la sua causa viene individuata nei cambiamenti ormonali connessi alla comparsa della mestruazione ma tendono ad accentuarla anche lo stress, l’ansia, la scarsa attività fisica. Questa forma primaria compare fin dal menarca e in genere tende a scomparire dopo il parto. Tra le soluzioni più semplici ma manche più efficaci abbiamo il calore. Un bagno caldo o l’applicazione di una borsa d’acqua calda sul ventre sono spesso dei validissimi aiuti. Altri elementi che possono aiutare senza dover ricorrere a farmaci sono: massaggi circolari e delicati al basso ventre; tecniche di yoga; agopuntura; meditazione. In alternativa è possibile ricorrere a vari farmaci specifici in commercio.
Continua a leggereLa dismenorrea, una sindrome femminile
di Glenda Oddi La cistite è un’infezione batterica caratterizzata da senso di bruciore alle vie urinarie e dall’impulso a dover continuamente minzionare. Nella maggior parte dei casi si genera dalla migrazione dei batteri intestinali verso le pareti della vescica. Per tale ragione la sua comparsa è fortemente legata alla nostra attività intestinale, infatti possono favorirla degli episodi di diarrea, stitichezza e/o un’igiene intima non proprio perfetta. Quando le condizioni del nostro intestino sono buone i suoi microrganismi sono contenuti dalla barriera intestinale mentre quando la sua condizione è perturbata in tale barriera si creano dei varchi che permettono ai suoi microrganismi di raggiungere le vie urinarie e dare origine a fenomeni infiammatori. Anche il cambio di alimentazione dunque potrebbe essere indirettamente alla sua origine. Ci sono anche altre possibili cause: intensa sudorazione, uso del costume da bagno, sabbia…per tali ragioni tende ad essere un disturbo molto frequente in estate, quando la temperatura elevata, unita all’umidità, favorisce la proliferazione di quei microrganismi che le danno origine. Per evitare questo fastidioso malessere è possibile promuovere il più possibile il benessere del nostro intestino stando attenti ad evitare bruschi cambiamenti di alimentazione e prevenendo fenomeni di diarrea o stitichezza attraverso un’alimentazione completa ed equilibrata. Allo stesso modo risultano molto efficaci anche integratori a base di mirtillo (naturale disinfettante delle vie urinarie), la loro assunzione periodica per qualche giorno al mese permette di prevenirla anche nei soggetti che tendono a svilupparlo in forma cronica. Nel caso in cui il disturbo si sia pienamente manifestato è necessario, invece, intervenire con una terapia antibiotica secondo le indicazioni del proprio medico.
Continua a leggereCistite: origine, sintomi, prevenzione
di Glenda Oddi I benefici offerti dal sole al nostro corpo sono tanti ma sono anche parecchi i pericolo a cui ci espone. La luce naturale, infatti, può danneggiare la nostra epidermide. Uno di questi casi è rappresentato dall’eritema solare, che consiste in una vera e propria ustione di primo o secondo dovuta ad una prolungata esposizione alla luce solare. I suoi sintomi generalmente compaiono dopo 6-12 ore dall’esposizione al sole e si possono manifestare in differenti forme: Bolle Arrossamento della pelle Prurito Estrema sensibilità al tatto Esfoliazione Secchezza dell’epidermide L’eritema solare non è una semplice scottatura ma qualcosa di più grave, per questo motivo è opportuno intervenire per rimediare ad esso. Questo disturbo si manifesta in relazione sia ad un elevata quantità di raggi UV assorbiti dalla pelle sia al nostro fototipo (quantità di melanina che essa produce). Per prevenire la comparsa dell’eritema è necessario utilizzare una crema solare con protezione medio-alta e preparare la pelle al sole cercando di esporsi ad esso gradualmente. L’eritema tende a scomparire spontaneamente nel giro di 4 o 5 giorni ma finché la pelle non si è rigenerata del tutto bisogna assolutamente evitare di esporla alla luce. Il bruciore persistente legato ad esso può essere alleviato tramite l’assunzione di un antidolorifico. È possibile inoltre intervenire direttamente sulla pelle applicando impacchi lenitivi come ad esempio quelli realizzati con camomilla, cetriolo, yogurt ecc. Anche fare una doccia fredda può essere di aiuto o fare impacchi con ghiaccio o acqua fresca. È molto importante anche idratare la pelle ustionata facendo uso di apposite lozioni.
Continua a leggereL’eritema solare: cosa fare e perché compare
di Glenda Oddi La tintarella piace a tutti ma esporsi al sole non porta solo benefici. Un pericolo effettivo legato ad una scorretta esposizione alla luce solare è rappresentato dal melanoma. Un vero e proprio tumore dell’epidermide che se non individuato per tempo può condurre alla morte. Si genera dalla trasformazione dei melanociti (componenti dell’epidermide che producono melanina) in cellule tumorali. Tutti sono potenzialmente a rischio ma l’incidenza aumenta fortemente a seguito di una scorretta esposizione ai raggi solari. Infatti i raggi UVA e UVB contenuti in essa possono danneggiare il DNA delle cellule e innescano trasformazioni maligne della nostra epidermide. Questi raggi ultravioletti sono veicolati anche dalle lampade e dai lettini solari che quindi sono pericolose tanto quanto la luce naturale. Ovviamente il rischio aumenta nelle persone con pelle più chiara perché più delicata e meno pronta a proteggersi dai raggi solari attraverso la produzione di melanina (che scurisce la pelle generando l’abbronzatura). Un particolare campanello di allarme è rappresentato anche dalla presenza di un parente stretto che ha avuto a sua volta un melanoma perché è indice di una possibile tendenza familiare a sviluppare questo tipo di tumore. Il melanoma si può sviluppare sia da pelle integra sia da nei preesistenti. I segni che aiutano nel suo riconoscimento sono i seguenti: Comparsa di un nuovo neo o cambiamento di uno preesistente; Forma asimmetrica (i nei benigni sono generalmente tondeggianti); Bordi irregolari e indistinti; Evidente aumento delle dimensioni in larghezza e/o in spessore; Sensazione di prurito in corrispondenza del neo; Sanguinamento del neo; Presenza di un’area arrossata o di un nodulo attorno al neo. È fondamentale prevenire la comparsa dei melanomi esponendosi al sole sempre con una protezione solare ed evitando le ore centrali della giornata. Per le pelli più chiare che tendono a scottarsi è consigliabile evitare completamente
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Continua a leggereIl melanoma: cos’è e quali sono i segnali di allarme
di Glenda Oddi Le alte temperature estive possono generare delle condizioni più o meno gravi per il nostro corpo. Senza dubbio una delle più pericolose è il colpo di calore che, nei casi più seri, può condurre anche alla morte. Per questo motivo è importante riconoscerlo e saper agire repentinamente per contrastarne i sintomi. Il colpo di calore è generato da un improvviso aumento della temperatura del corpo dovuto ad un arresto dell’attività di termoregolazione del nostro corpo a causa del forte stress termico a cui è sottoposto. I segnali dell’approssimarsi di questa condizione sono: tachicardia, nausea, senso di debolezza, confusione, annebbiamento della vista, ronzii alle orecchie. I sintomi che conclamano la condizione vera e propria del colpo di calore, invece, sono: l’arresto della sudorazione, forte aumento della temperatura corporea, la pelle diventa molto calda e disidratata. Tutto questo accade perché il corpo ha perso la capacità di regolare la sua temperatura interna in risposta a quella ambientale. Per tale ragione il corpo arriva a raggiungere temperature anche molto elevate (40-42°C) che possono arrecare grandi danni al fisico fino a condurre alla morte. Per questo quando sopraggiunge tale condizione è necessario cercare di abbassare la temperatura del corpo. Tra le strategie più utili si ha l’immersione del corpo in acqua fredda, l’uso di ghiaccio per raffreddarlo o il suo sfregamento con alcol. È opportuno condurre il soggetto all’ombra e in un luogo fresco e chiamare immediatamente i soccorsi appena si presentano i primi sintomi. Anziani, bambini e obesi sono i soggetti maggiormente colpiti.
Continua a leggereIl colpo di calore: cos’è e come bisogna comportarsi