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La pittura dei Preraffaelliti in mostra a Milano

Si chiude il 6 ottobre la grande retrospettiva che Palazzo Reale dedica ai capolavori dei Preraffaelliti: 80 opere di 18 artisti britannici per celebrare la Bellezza, fra Natura, Arte e Vita. di Alberto Piastrellini Mancano ancora pochi giorni per poter ammirare dal vivo i capolavori della pittura inglese a Milano nella Mostra: “I Preraffaelliti. Amore e desiderio”, in programma a Palazzo Reale fino a domenica 6 ottobre. La celebrazione della Bellezza attraverso il medium della Pittura che corteggia Mito, Poesia, Letteratura, viene raccontata attraverso un percorso ragionato di 80 opere scelte fra un carnet di 18 artisti della Confraternita dei Preraffaelliti; una retrospettiva preziosa resa possibile grazia alla collaborazione fra l’istituzione milanese e la prestigiosa Tate Britain.  L’esposizione, all’interno della quale è possibile ammirare dal vivo dipinti-icona come “Ofelia” di John Everett Millais, “Paolo e Francesca” e “Il sogno di Dante al tempo della morte di Beatrice” di Dante Gabriel Rossetti, “Veduta di Firenze da Bellosguardo” di John Brett e “Il risveglio della coscienza” di William Holman Hunt si configura come una sorta di “viaggio” alla scoperta della “rivoluzione preraffaellita” nel contesto della corrente simbolista e della pittura dell’Età vittoriana in generale. Quella dei Preraffaelliti fu un’avventura tutta britannica (anche se debitrice di tanto immaginario italiano), nata come associazione artistica già nel 1848. I suoi esponenti (i succitati: John Everett Millais, Dante Gabriel Rossetti e William Hunt, ma anche Ford Madox Brown, William Trost Richards, William Morris, Edward Burne-Jones e John William Waterhouse) teorizzavano un ritorno dell’arte pittorica (ma non solo) alla purezza dello stile che precedette Raffaello Sanzio, da loro considerato il precursore dell’accademismo e del distacco dalla Natura in luogo di una semplice idealizzazione della stessa. Tale corrente di pensiero si inserì nel fluire del Decadentismo e recuperò l’immaginario iconografico di un Medioevo (questo sì molto idealizzato) da contrapporre alle istanze di una società ormai indirizzata sulla strada dell’industrializzazione con tutto quello che ne conseguì in termini di società, architettura e arti, ivi incluse quelle minori se si considera il lavoro

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Moda inverno 2019: le tendenze street style più gettonate della Milano Fashion Week

Dai look street style 2019 avvistati alla MFW, ecco 6 tendenze super glamour per la moda autunno inverno da copiare subito di Anna Rita Felcini E’ appena terminata la Milano Fashion Week 2019 e siamo già tutti pronti a copiare gli stili più belli e glamorous visti sulle passerelle. Abbiamo individuato per voi 6 favolose tendenze street style per la moda inverno 2019 da indossare tutti i giorni, creando degli outfit con qualche pezzo nuovo abbinato semplicemente a ciò che abbiamo già nell’armadio. MODA UTILITY La moda utility, direttamente ispirata alle uniformi da lavoro, alle divise da cantiere con tanto di tasche, tasconi e zip applicate dappertutto, è in prima linea tra le tendenze dello street style proposto dalla Milano Fashion Week. Il segreto per indossarla sta nell’associarla sempre a pezzi ultra classici come camicie immacolate, bustier ultra femminili e cappotti cammello. OUTFIT JEANS Doppiati, oversize, strappati e corti: la moda jeans dell’autunno inverno 2019 non è mai stata così cool. Il denim è il protagonista assoluto di ogni look casual chic che si rispetti dalla notte dei tempi. Partendo dagli anni 70 con i pantaloni a zampa, durante la Fashion Week milanese si sono visti anche jeans trasversali applicabili 365 giorni all’anno: da quelli larghi da uomo tagliati a bermuda e abbinati a stivali alti, a quellislouchy a vita alta ma sbadatamente fuori taglia.  CAPPOTTI I cappotti da donna hanno volumi extra, generosi e dai dettagli grandissimi: spalle imbottite e revers saettanti e affilati. Sono avvolgenti come coperte e autoritari come divise. Perfette anche le mantelle, grande trend delle collezioni moda del prossimo inverno. PANTALONI La moda street style li adora a vita alta e super larghi, a prova di curve extra: pantaloni della tuta, pantaloni cargo, pantaloni da cavallerizza alti in vita ma larghi su fianchi e cosce. L’Ispirazione è sartoriale, anni ’80, da indossare con pezzi sportswear tipo t-shirt e sneakers.  IL ROSA SHOCKING IS THE NEW BLACK La moda inverno 2019 sceglie il rosa shocking come top colour della stagione. Da provare

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Seta: l’affascinante storia di un tessuto che ha fatto la storia

Vi siete mai chiesti da dove arriva e come sia stato prodotto quel prezioso indumento di seta che indossate?Se l’aveste fatto, ora sapreste che i racconti più affascinanti riguardano cose comuni, con cui abbiamo a che fare tutti i giorni. di Anna Rita Rossi Taffetà, Georgette, Chiffon, Organza, Raso, Lampasso, Broccatello, Velluto, Damasco, Crêpe, Shantung, e la lista è ancora lunga. Di sicuro riconoscerete qualche nome tra questi, altri vi saranno ignoti, eppure sono tutti tessuti di seta. Nel vostro guardaroba forse custodite gelosamente qualche camicia o un vestito di seta e indossandoli, quasi sicuramente, non vi siete mai chiesti da dove provenga il tessuto di cui sono fatti. La seta ha una lunga storia e per reperirne le origini dobbiamo spostarci nel XXVIII secolo a.C. e affidarci a una leggenda che narra di una giovane imperatrice cinese, Lei-Tsu o Xi Ling Shi, giovane moglie dell’Imperatore Giallo che nel suo giardino sta sorseggiando un tè, all’improvviso, un bozzolo di un baco precipita nella sua tazza; la giovane – magari indispettita per l’accaduto – toglie il bozzolo è si accorge che si sfila; nota la lucentezza e poi, valuta la resistenza di quello strano filo e capisce che può essere tessuto. Se dalla leggenda passiamo alla storia, veniamo a sapere che, quasi sicuramente, l’allevamento del baco da seta è iniziato in Cina tra il 2500 e il 3000 a.C., anche se alcuni sostengono sia iniziato nel 600 a.C., in India. Le vesti di seta prodotte in quel periodo erano un bene di lusso e potevano permettersele solo le categorie sociali più abbienti. All’inizio, i cinesi cercarono di mantenere il riserbo sulla loro scoperta, ma ben presto, la sericoltura si diffuse in Giappone, in Corea e in India; tramite gli arabi giunge nei paesi del Mediterraneo, intorno all’anno 1000 o 1100 d.C.

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Cappotti: i modelli must-have per l’Autunno/Inverno 2019-20

Dalle coloratissime pellicce sintetiche alle cappe e ai mantelli: ecco la nostra selezione di cappotti autunno inverno 2019-2020 per look di tendenza, tra classici intramontabili e novità glamour. di Anna Rita Felcini L’autunno è ormai alle porte, per questo è d’obbligo fare il punto su quelli che saranno i trend moda della stagione fredda. Cominciare sin d’ora a dare un occhio ai capi d’abbigliamento must have del prossimo Autunno/Invernoè una mossa “furba” che consente di ottimizzare il cambio dell’armadio e anche di scegliere per primi il lookpiù nuovo senza rischiare di restare a bocca asciutta dopo. Iniziamo partendo dai capispalla più trendy, i cappotti per intenderci, key pieceper eccellenza del guardaroba invernale. I modelli sono davvero tanti quest’anno, dai più tradizionali ai più coolavvistati sulle passerelle di New York, Londra, Milano e Parigi. La prima cosa da segnalare in merito ai cappotti Inverno 2019 è la sempre maggiore coscienza ecologicadegli acquirenti, alla ricerca di capi in fibre biologiche, naturali e riciclate. Non solo bello, dunque, ma anche fatto come si deve: le donne leggono sempre di più le etichette delle composizioni: davanti al sintetico si storce il naso e si acquista in modo consapevole.  Ma come saranno i modelli e i tessuti? Lana, cashmeree tweed dal tocco elegante si alterneranno alle creazioni in pelliccia ecologica e teddy bear coatdal sapore più contemporaneo. Cortio lunghi, con cinture o profili a contrasto, le novità in fatto di capispallavi conquisteranno per lo stile semplice, così come per gli inserti esclusivi. Ecco per voi i trend che andranno per la maggiore nella prossima stagione fredda. Trench coat Emblema del British style, il trench coatresta un must irrinunciabile. Tra le interpretazioni più trendy della stagione fredda ci sono i volumi oversizeoppure i bon ton con micro cintura in cuoio e con profili a contrasto, imbottiti all’internoo con polsi e girocollo di pelliccia ecologica. Cappotti in (eco)pelliccia Anche per l’autunno-inverno 2019/2020, continua il trend della faux furcoloratae i

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Ricomincia la scuola: i consigli per iniziare bene l’anno

Manca pochissimo alla riapertura delle scuole in tutta Italia. Ecco alcuni consigli utili per iniziare l’anno scolastico nel migliore dei modi e soprattutto per risparmiare nell’acquisto del materiale. di Anna Rita Felcini Settembre è ormai alle porte. E tra circa due settimane le scuole ricominceranno in tutta Italia. Ma come possiamo prepararci bene, genitori e figli, per affrontare fin da subito e con grinta l’anno scolastico? L’Associazione ufficiale dei Pediatri americani (American Academy of Pediatrics) ha pubblicato, alcuni giorni fa, pochi ma efficaci suggerimenti per ritornare sui banchi nel migliore dei modi. Sì, perché essere ben preparati all’avvio della scuola rende tutto più facile, non solo per gli studenti ma anche per i genitori.Ecco cosa suggeriscono gli esperti americani. Per fare in modo che i primi giorni siano meno stressanti Iniziate fin d’ora a parlare con i vostri figli degli aspetti positivi del rientro a scuola. Vedranno vecchi amici e ne incontreranno di nuovi. Parlate con loro delle esperienze positive che potrebbero aver avuto in passato (o che potranno avere) a scuola o con altri gruppi di studenti. Fondamentale: fate in modo che i vostri figli comincino ad alzarsi in orario almeno una settimana prima dell’inizio della scuola, in modo tale che il cambio di abitudini non diventi un fattore destabilizzante nei primi giorni. Molti bambini e anche ragazzi più grandi diventano nervosi quando hanno a che fare con nuove situazioni, tra cui il passaggio ad una scuola diversa, ad un’aula diversa o a un altro insegnante: ciò può accadere a qualsiasi età. Se vostro figlio sembra inquieto, può essere utile “anticipare l’entrata” nella nuova condizione. Portatelo a visitare la nuova scuola o la classe prima del primo giorno di scuola. Ricordategli che ci saranno molti studenti a disagio come lui e che gli insegnanti sanno che i ragazzi sono

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Il Caffè: una bevanda inebriante con doti divinatorie

Un lieve mormorio, a seguire un profumo prepotente che si diffonde nell’aria: segnali ben noti a chi ama il caffè, una delle bevande più diffuse e amate in tutto il mondo. di Anna Rita Rossi Le origini del caffè pare siano piuttosto lontane: ricercatori hanno trovato scritti risalenti al X secolo che indicano come fosse utilizzato come medicina.Una leggenda attribuisce la scoperta del caffè a un pastore etiope che aveva notato gli effetti energizzanti di alcune bacche rosse sulle sue pecore.Con il tempo, dalle bacche si ottenne una bevanda che dall’Etiopia si diffuse in Yemen, dove venne creata la prima piantagione, poi il caffè fu gradualmente coltivato anche in Arabia ed Egitto.Per assaporare questa preziosa bevanda, gli europei dovranno attendere il XVII secolo e l’intraprendenza dei commercianti veneziani. Ai nostri tempi, vengono consumate ben 4 miliardi di tazzine al giorno e per qualcuno, specie di mattina, il caffè è diventato un vero e proprio “rito del risveglio”.Questa bevanda ha avuto famosi estimatori: Bach gli dedicò intorno al 1732 una cantata (Schweigt stille, plaudert nicht “Fate silenzio, non chiacchierate” – BWV 211, nota come Kaffeekantate) che ne decanta il gusto e ne sottolinea la diffusione. Nel brano musicale un padre cerca di vietare, con scarso successo, l’uso di bere caffè alla figlia che farà di tutto per non rinunciarvi.Sempre in ambito musicale, Beethoven pare avesse una piccola ossessione per il caffè: lo beveva ogni mattina, preparato con 60 grani esatti.Giuseppe Verdi, a sua volta, sosteneva fosse un balsamo per il cuore e lo spirito. Il magico infuso è stato anche fonte di ispirazione per famosi cantautori: ‘A Tazza ‘E Cafè cantata da Roberto Murolo è una canzone napoletana scritta da Giuseppe Capaldo nel 1918 e musicata da Vittorio Fassone.Nel testo della canzone una ragazza scontrosa viene paragonata a una tazzina di

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Sport e amore: al Tour de France vanno di moda le proposte di matrimonio

Nell’ultima spettacolare tappa del Tour de France, alle emozioni sportive si sono aggiunte quelle del cuore: ben due ciclisti al termine della gara con l’anello in tasca hanno chiesto alle loro compagne di sposarli. di Anna Rita Felcini E’ proprio vero, Parigi è la città dell’amore. E non sanno resisterle nemmeno i professionisti dello sport. Ben due ciclisti, impegnati nell’ultima, faticosa tappa del Tour de France 2019 del 28 luglio scorso, al termine della gara nella città più romantica del mondo, hanno compiuto un gesto che ha regalato emozioni inattese. Il primo, il belga Kevin Van Melsen, corridore della Wanty-Gobert Cycling Team, ha trovato una maniera al tempo stesso inusuale e decisamene appassionata per dichiarare il proprio amore e chiedere alla fidanzata Ophèlie di sposarlo. Infatti, ha corso l’intera tappa che ha condotto il Tour de France da Rambouillet fino alla classica passerella sugli Champs-Elysèes (un ultimo sforzo da 127 km) con in tasca l’anello che intendeva regalarle, custodito teneramente tra le borracce. Dopo aver tagliato il traguardo, Van Melsen ha raggiunto con la bici il bus della sua squadra e lì ad aspettarlo c’era la compagna alla quale, in ginocchio, ha mostrato l’anello e ha fatto la proposta di matrimonio. Per il 32enne è stato il primo grande giro in carriera, ma siamo sicuri che la data del 28 luglio rimarrà per sempre impressa nel suo cuore anche per la romanticissima scena. Ma il belga non è stato il solo ad avere l’idea di abbinare sport e amore. Anche il ventitreenne Ivàn Garcìa Cortina, che corre per il team Bahrain-Merida, si è presentato a Parigi con un anello in tasca e una proposta di matrimonio per la fidanzata Carla Nafrìa de Miguel. Al termine della faticosissima gara, ha compiuto il gesto più importante del suo Tour de France, conquistando

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L’abbigliamento femminile nei quadri dei pittori impressionisti

L’Impressionismo cambia per sempre il modo di dipingere e nella sua aspirazione a rappresentare la realtà della seconda metà dell’Ottocento realizza anche un singolare viaggio nella moda femminile dell’epoca. di Anna Rita Rossi I pittori che aderiscono al movimento amano ritrarre i propri contemporanei nel loro ambiente e la rapidità di esecuzione e lo studio della luce e del colore sono finalizzati ad offrire una tranche de vie di quel periodo e le relazioni intercorse tra i vari personaggi rappresentati.Nelle grandi tele degli impressionisti sono numerose le scene conviviali da cui possiamo cogliere la moda del tempo, soprattutto femminile, per la ricchezza di abbigliamenti e di accessori che li completavano. Pittura impressionista ed evoluzione dell’abbigliamento si compenetrano, dando luogo a una singolare contaminazione.Fino alla rivoluzione francese, uomini e donne vestivano usando lo stesso stile: gli uni e le altre portavano colletti, nastri, cinture. All’inizio del XIX secolo, però, si assiste a un cambiamento radicale: gli uomini iniziano a portare abiti più sobri e meno appariscenti, privi di ornamenti, mentre le donne cominciano a dar maggior risalto alla silhouette, che nella seconda metà del secolo diventa una vera ossessione. Le forme geometriche che definivano la forma “ideale” del corpo si trasformano radicalmente.La struttura in crinolina, che sosteneva l’abito femminile, aveva all’inizio la forma di un triangolo con la gonna arrotondata e struttura che tendeva all’indietro; poi la crinolina comincia ad appiattirsi sul davanti, accentuando l’effetto di trascinamento della parte posteriore degli abiti. Questi cambiamenti di stile e di moda sono registrati così precisamente nei quadri degli impressionisti che la struttura stessa dei soggetti e la loro disposizione ne è influenzata. L’uomo, che ora veste di scuro e ha un abbigliamento austero, viene per lo più posto sullo sfondo dei quadri, mentre la donna è collocata davanti, in una posizione di risalto.

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Unghie, smalti e nail art: le tendenze per l’estate

Tante le nuance protagoniste dell’estate 2019 sulle nostre mani: in pole position il rosso e l’arancione ma anche i pastello e i metal. La french? C’è ma si veste di nuove tonalità. E non mancano manicure semplici e nude. di Anna Rita Felcini Il segreto per avere mani chic e raffinate ma trendy e glamour allo stesso tempo? Naturalmente, sbirciare nei backstage delle sfilate, soprattutto quelle della Fashion Week di New York perché dall’America arrivano sempre tutte le nuove tendenze in fatto di manicure. Per quest’estate tante le novità per le nostre unghie ma anche tante le riconferme con alcuni must già protagonisti delle stagioni precedenti che continuano a mantenere la propria posizione incontrastata nella classifica dei colori più amati. Un esempio? Il rosso (in tutte le gradazioni dal carminio al fuoco, dal corallo al vino) e il super vitaminico arancione che restano ancorati al podio esattamente come tutte le tonalità pastello caratterizzate da nuance non troppo accese e molto eleganti (come lilla, verde acqua, azzurro, rosa, pesca e albicocca e la novità assoluta 2019 giallo paglierino). Super trendy sono anche i tradizionali smalti bon ton come nude, sabbia, latte e grigio chiaro che vanno al di là delle mode del momento. Senza dimenticare il verde, in tutte le sue sfumature, dal fluo al pastello, dall’acido al bosco, e i blu, dal celeste al notte, dal jeans all’azzurro. Tra le novità, invece, ci sono gli heavy-metal, con quei riflessi metallici, dorati, argentati che tornano nostalgicamente agli anni Ottanta per entusiasmare le mani di noi donne. Per le vere fashion addicted, inoltre, non può assolutamente mancare una manicure ispirata al Living Coral, il colore Pantone dell’anno, un corallo che si adatta perfettamente alle sfumature della bella stagione; il baby boomer, una french manicure che si crea sfumando su una base rosa

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Il ventaglio: must have dell’estate dai mille segreti

Accessorio irrinunciabile per inguaribili romantiche, il ventaglio rinnova la sua personalità confermandosi oggetto glam dalle inusitate risorse di Berthina Von Fliesen Mentre le ondate di calore degli anticicloni africani martellano le nostre città e solo gli ambienti raffrescati elettricamente sembrano offrire un rifugio dall’arsura, sulle panchine dei parchi pubblici, alle fermate dell’autobus, ma anche lungo le passeggiate turistiche, riappaiono puntuali, ogni estate, le curve colorate e svolazzanti dei ventagli. Un oggetto, il ventaglio, che sa di antico eppure, per la sua comodità e il suo fascino discreto, continua a sopravvivere alle diverse mode rinnovandosi nei decori e nelle stampe sino a confermare la sua eterna personalità anche nell’estate 2019 che lo corona accessorio must have con tanto di interpretazioni diverse, ma tutte all’insegna del colore e del glamour. Dalle dimensioni ridotte, rispetto ai modelli di un tempo, per adeguarsi a borsette e pochette, il ventaglio dell’estate 2019 ha le stecche in legno di betulla o di bamboo (quelle in plastica sono definitivamente out) e il “pavese” in tessuto con prevalenza di fibre naturali come: seta, lino e cotone. Essenziale ed elegante nel suo essere minimal come i ventagli monocromatici giapponesi (maschili), oppure brioso nell’utilizzo di cromatismi attuali e disegni contemporanei, o anche opulento ed eccessivo nelle stampe floreali e negli inserti di pizzo che fanno tanto “romantica”  e “vittoriana”, il ventaglio, se ben abbinato con l’insieme, completa l’outfit e impone una certa eleganza nei movimenti che, altrimenti, rischia di sfociare in una pericolosa dicotomia del look. Sì, perché non basta la foto azzeccata sul social di turno (che pure tante influencer hanno postato); il ventaglio è un accessorio signorile e come tale esige una gestualità misurata e discreta, evocatrice di messaggi nascosti e fantasie d’altri tempi. Tempi lontani nei quali la possibilità di contatto diretto fra generi era molto limitata

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