Il mix tra antichi saperi femminili di montagna e modernità
“Solo con il permanere delle donne, e dunque delle loro famiglie, le aree alpine potranno uscire dallo stato di defezione politica e amministrativa che da anni impera e che determina l’attuale stato di abbandono amministrativo, sociale e politico”. Questo quanto si apprende visitando la pagina web istituzionale del gruppo dal nome “Coordinamento Donne di Montagna” raggiungibile al presente link. Di cosa si tratta? Di un gruppo, formatosi spontaneamente e in modo informale nel 2004. Le particolarità che colpiscono e che s’intende segnalare sono le seguenti. Innanzi tutto, come si evince dal nome stesso, si tratta di un gruppo di donne in via esclusiva. Ma non donne qualsiasi. Infatti le donne che fin dall’inizio lo compongono abitano tutte nelle valli alpine cuneesi (Grana, Stura, Maira, Varaita). E, per di più, non si tratta di donne dedite alle attività di montagna, per lo più, di tipo manuale.
Sono infatti loro stesse a specificare che sono tutte “donne impegnate come libere professioniste, amministratrici e imprenditrici (agronome, antropologhe, architette, commercialiste, giornaliste, erboriste, ingegnere, insegnanti, ecc.)”. Ebbene verrà da chiedersi, quale possa essere l’intento che le lega e che le ha spinte ad associarsi. La risposta sopraggiunge poco dopo. “Vogliamo riportare in vita la montagna, renderla un luogo animato da nuove comunità, dove il rispetto per persone, animali, ambiente e cultura locale siano gli elementi propulsori di una rinnovata economia”. Ecco questo, in estrema sintesi, potrebbe dirsi il manifesto programmatico della comunità. Sì però si potrebbe obiettare “tra il dire e il fare ce ne corre”. Ma queste donne di montagna sembrano avere le idee molto chiare. Non solo sono donne, ma anche abituate a vivere in contesti tutt’altro che agevoli. “Per raggiungere l’obiettivo prefissato – sono sempre loro a dire – miriamo alla creazione di piccole attività/imprese fondate su antichi saperi e antiche lavorazioni, inserite nel sistema montagna, sinergiche e portatrici di un modello di sviluppo sostenibile”.
Forse inutile aggiungere che in questo processo sono proprio le donne a svolgere un ruolo cruciale. Oltre a contribuire all’economia di montagna, le donne possono attingere ai loro bagaglio fatto di fantasia, riscoperta delle tradizioni, capacità di evolvere, con un occhio ai valori consolidati e alle trasformazioni “imposte” dalla società contemporanea. Un focus particolare è quello rivolto ai saperi femminili montani con annessa una vera e propria mappatura delle imprese femminili al fine di valorizzarne l’imprenditorialità. Per prendere visione dell’attuale vetrina di aziende ad oggi aderenti alla rete delle Donne di montagna basta andare qui. Una vetrina dunque ad accesso gratuito. Per tutte le eventuali interessate ad unirsi alla rete basta poi fare un click qui .
Di Maria Teresa Biscarini