Ambiente

100 donne per immaginare un futuro declinato al femminile

La BBC ha pubblicato l’elenco delle 100 donne più influenti dell’anno; di alcune i media si sono già interessati, ma la maggior parte sono poco conosciute e tuttavia costituiscono esempi che altre possono assumere per affermare diritti tuttora negati. di Carmela Marinucci Come ogni anno dal 2013 nel mese di ottobre la rete britannica BBC stila l’elenco delle 100 donne più influenti dell’anno (most powerfull women), che si sono distinte in vari settori per l’affermazione dei diritti delle donne e che potrebbero ispirare tante altre a seguirne l’esempio. Il criterio di selezione di quest’anno era incentrato sul tema di come sarebbe il futuro al femminile, piuttosto che essere declinato come per lo più avviene dagli uomini, tenendo conto anche della distribuzione geografica delle candidate. I profili di quelle prescelte sono stati poi inseriti nelle categorie precostituite sulla base delle loro prevalenti attività: 19 sono attiviste, in vari settori; 19 hanno un ruolo da leadership; 18 sono professioniste affermate in campo scientifico e tecnologico; 17 si sono distinte in creatività; 14 lavorano nell’ambito della sanità; 13 sono atlete. Alcune di queste sono già famose, altre poco conosciute ai media, tutte comunque rappresentano in qualche modo le aspirazioni e gli ideali di tante altre donne. Tra le prime spiccano i nomi di:– Greta Thumberg, l’attivista ambientalista svedese che con il suo sciopero scolastico del venerdì, per attirare l’attenzione dei politici sui rischi correlati all’inazione sui cambiamenti climatici, ha ispirato il movimento globale degli studenti “Friday for Future”;– Alexandria Ocasio-Cortez diventata la più giovane donna eletta (29 anni) al Congresso statunitense e nota per avere presentato, assieme al suo collega del Partito Democratico Ed Markey la risoluzione sul cosiddetto “Green New Deal“, volto a stimolare lo sviluppo della green e blue economy per creare nuovi posti di lavoro e la riconversione dei lavoratori

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Donna di Fiori a ECOMONDO 2019 per raccontare il futuro della sostenibilità

Una scelta di campo per raccontare, dal punto di vista femminile, le novità tecnologiche e le esperienze imprenditoriali di chi ha scelto l’ambiente e lo sviluppo sostenibile a fondamento del proprio core business. di Alberto PiastrelliniFoto di copertina e interno: IEG – Italian Exhibition Group Concetti come green economy, circular economy, sostenibilità, sviluppo sostenibile, green business, sono ormai entrati a far parte del vocabolario comune uscendo dal linguaggio specifico degli addetti ai lavori (economisti, tecnici, senza contare il variegato mondo della società civile e dell’associazionismo ambientalista) per agganciarsi indissolubilmente ai tanti aspetti della quotidianità (non senza aver, purtroppo, perso, in molti casi, il proprio valore in termini di significato sull’altare della comunicazione di massa che tutto svilisce e livella in basso). La penetrazione di tali concetti è un effetto della mutata attenzione all’approccio ecologico in vari aspetti dell’esistenza, dalla produzione, al consumo fino al risparmio di risorse, seguìto, a sua volta, dall’evidenza drammatica di problematiche molto stringenti fra le quali, in primo luogo spiccano il cambiamento climatico e l’inquinamento dell’ambiente (con tutto quello che ne consegue). E non è proprio un caso che proprio la diversa percezione delle molteplici questioni ambientali abbia rivelato l’urgenza di una trasversalità di approccio, giacché, in un sistema chiuso (ancorché piuttosto ampio come il nostro pianeta), ogni azione umana (moltiplicata per il numero di abitanti della Terra), impatta inequivocabilmente sull’equilibrio dell’intero sistema. Ecco, dunque, che ogni nostra scelta in termini di prodotti, consumi, stile di vita, gestione degli scarti e progettazione di beni di consumo deve, per forza, fare i conti con la produzione di energia, con la disponibilità di risorse primarie e secondarie (acqua e materie prime), con la capacità/possibilità di produrre alimenti, fermo restando quell’obiettivo di uguaglianza delle opportunità di vita che siamo stati capaci di immaginare con lo sviluppo culturale della nostra

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Il beauty case è sempre più eco-green

Naturale, organico, green. Sempre più persone scelgono prodotti ecologici da tenere sullo scaffale del bagno per rispettare l’ambiente. diAnna Rita Felcini Lo sapete che il 10% dei rifiuti che si trovano sulle spiagge proviene dai nostri bagni? Per combattere questa drammatica situazione che sta letteralmente cambiando in peggio il nostro Pianeta, l’America si è fatta portavoce di una nuova tendenza, la filosofia del “less is more” iniziando proprio dagli scaffali di casa: pochi preziosi ingredienti, più attenzione alle etichette, trasparenza sulla provenienza e una visione sempre più vicina alla sostenibilità e alla sensibilità verso l’ambiente. E da qualche tempo anche l’Italia ha scelto questa strada, prediligendo prodotti eco-green da tenere negli armadietti del bagno o nel beauty per essere più sostenibili. Dischetti di cotone lavabili, prodotti per la pulizia senza conservanti inquinanti, strumenti per l’igiene personale bio. Ma anche prodotti per la skin care e la cosmesi che provengono dall’agricoltura biologica, privi di siliconi e petrolati, con ingredienti sempre più a km 0 e attenzione al vegan e al cruelty free. Sono confezionati in pack riciclati e riciclabili, possibilmente in vetro, alluminio, cotone organico e bambù. E non cadete nel luogo comune che il biologico e naturale sia troppo caro: al contrario, grazie ai packaging ecologici i vostri portafogli non potranno che ringraziarvi! Ecco per voi alcune idee per la prossima volta che andrete a fare la spesa o in profumeria, che vi aiuteranno a riflettere e a non buttare nel carrello in automatico, come si fa spesso.  Dischetti struccanti Non esiste bagno o trousse senza di loro: i dischetti in cotone struccanti si possono acquistare in qualsiasi supermercato. Quelli in cotone puro possono essere compostati, ma la stessa cosa non vale per quelli fatti di ovatta o trattati con sostanze chimiche sbiancanti studiate apposta per permettere il contatto con

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#DonnediClasseA: da novembre online lo Storytelling

Ai nastri di partenza lo Spot per raccontare energia ed efficienza energetica attraverso lo stile di vita, l’esperienza, il linguaggio, l’idea e il consumo personale e familiare di energia, di quattro donne. di Alberto Piastrellini Per il terzo anno consecutivo novembre sarà il Mese dell’Efficienza Energetica, promosso dall’Italia in Classe A, la Campagna nazionale promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) e realizzata dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile (ENEA), nel quadro delle azioni prevista dal Programma Triennale d’Informazione e Formazione sull’Efficienza Energetica in attuazione del D.lgs. 102/ 2014 che ha trasposto nella legislazione nazionale la relativa Direttiva UE.  In questo contesto, per rafforzare il ruolo delle donne nei settori dell’efficienza energetica, delle fonti rinnovabili e delle tecnologie pulite, oltre che negli altri settori, e dar maggiore impulso al processo di transizione energetica, dall’inizio del mese sarà diffuso on line su tutti i social media di Italia in Classe A, lo Spot Storytelling #DonnediClasseA, che utilizza il moderno linguaggio multimediale e cinematografico per raccontare l’efficienza energetica e l’energia attraverso l’esperienza, il linguaggio, lo stile di vita, l’idea e il consumo personale e familiare di energia, di quattro donne: Ilaria Bertini, Direttore del Dipartimento Unità Efficienza Energetica dell’ENEA; Alessandra Scaglioni, Giornalista e caporedattore di Radio 24; Cristina Sivieri Tagliabue, Imprenditrice digitale e Francesca Pucci, Communication Manager (qui http://italiainclassea.enea.it/wp-content/uploads/2019/09/Presskit.pdf il profilo delle protagonistiche). Lungo il corso della storia l’elettrificazione ha ridotto drasticamente il tempo necessario per l’approvvigionamento delle fonti energetiche, spesso affidato alle donne, liberando il loro tempo a disposizione per una maggiore partecipazione attiva nei contesti sociali al di là dell’ambito domestico.  L’energia è anche un rilevante fattore di crescita economica e la domanda di energia è utilizzata come indice dell’andamento del reddito. L’accesso all’energia crea opportunità per tutti, in termini di posti di lavoro, di miglioramento delle condizioni di salute e del reddito, e spesso la gestione casalinga del controllo dei consumi e del risparmio energetico, è affidata alle Donne.

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Abbigliamento ecosostenibile: la scelta green per l’estate 2019

La moda sostenibile è ormai una realtà affermata. Scegliamo anche noi quest’estate vestiti e accessori realizzati nel rispetto dei principi etici e attenti alla salvaguardia del mondo che ci circonda. Proprio come le star di Hollywood. di Anna Rita Felcini Siamo nel pieno della stagione estiva, sono appena iniziati i saldi e come ogni anno siamo pronti per fare nuovi acquisti. Ma quest’anno fermiamoci un attimo a riflettere e scegliamo qualcosa di diverso. Avete mai pensato al fatto che vestiti e accessori possono avere un forte impatto sull’ambiente che ci circonda? Sono moltissime le associazioni ecologiste che promuovono da tempo la lotta per ridurre l’impatto ambientale nell’industria della moda tradizionale, incoraggiando l’eliminazione delle sostanze tossiche nei processi produttivi. Sostanze che peraltro permangono sui prodotti anche al termine della lavorazione comportando due rilevanti conseguenze: la contaminazione ambientale (non essendo biodegradabili, quando gli abiti vengono lavati, queste sostanze si accumulano nelle acque reflue, inquinando l’ambiente circostante) e lo sviluppo di alcune patologie connesse al bioaccumulo sulla pelle (un processo che porta all’agglomerazione di sostanze tossiche sull’epidermide causando problemi di diverso genere alla salute). Allora, perché quest’estate non scegliamo di indossare abbigliamento ecosostenibile? In poche parole, indumenti che non solo valorizzano il nostro aspetto, ma che sono anche il risultato di un commercio sano e sostenibile, realizzati nel rispetto di principi etici ed ambientali, capaci di garantire la qualità senza sfruttamento del lavoro, danneggiamento degli animali o dell’ambiente. Sono tantissime oggigiorno le grande aziende, ma anche i piccoli produttori, che scelgono la moda etica e optano per la produzione di linee di abbigliamento ecologico con materiali atossici e riciclabili, dimostrando maggiore attenzione durante i processi produttivi, per garantire la tutela ambientale e la salute dei consumatori. Ecco allora alcuni suggerimenti per vestiti e accessori sempre fashion, ma realizzati nel rispetto dei principi etici

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Venere in bicicletta: i vantaggi delle due ruote e la storia di un rapporto avventuroso

La bicicletta è uno straordinario strumento per la tutela dell’ambiente, un mezzo di locomozione green e pratico, da tutti i giorni. Cosa ne pensa il gentil sesso di questo mezzo? di Martina Stimilli Utilizzare la bicicletta per piccoli o grandi spostamenti è un regalo che possiamo fare a noi stesse e alla natura. Lunedì 3 giugno, si è celebrata la Giornata Mondiale della Bicicletta, istituita l’anno scorso dall’Onu per promuovere la mobilità ciclistica. Perché si parla tanto di bicicletta? L’intento è quello di scoprirne tutti i benefici per il nostro corpo e all’ambiente in cui viviamo. La bicicletta è il mezzo a due ruote che ci consente di praticare una giusta attività fisica, all’aria aperta e (volendo) in compagnia di un gruppo di amici. Pedalare, anzitutto, giova al cuore; l’attività costante, prodotta dalle gambe in movimento, rende il cuore più forte e resistente alla fatica, la frequenza cardiaca diminuisce e la pressione si abbassa. Una lunga pedalata, inoltre, permette di bruciare molte calorie. Un esempio? Ad un buon ritmo, ovvero quello che ci consente di fare una breve chiacchierata ogni tanto, si bruciano circa 400 calorie all’ora. La Giornata Mondiale, tuttavia, non è nata unicamente per sensibilizzare le persone a divenire più sportive. Il vero obiettivo è certamente quello di creare una maggiore consapevolezza sui cambiamenti climatici e, allo stesso tempo, proporre alternative green per salvare il nostro pianeta. A tal proposito la bicicletta è stata eletta a simbolo di una locomozione 2.0, tutta sostenibile. La bicicletta, infatti, sarebbe un ottimo mezzo, per limitare, almeno negli spostamenti urbani, l’uso di automezzi e di combustibili fossili. Luci e ombre Le due ruote stanno scalando gradualmente l’agenda politica delle amministrazioni locali; salgono infatti la disponibilità media di infrastrutture ciclabili (+9% dal 2015), la percentuale di città dove è consentito trasportare le bici

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L’amore per i libri fa bene alla cultura, alla società e all’ambiente

La fiaba (reale) dell’illuminato libraio di Polla (SA) che con le sue iniziative a forte valenza sociale promuove la lettura soprattutto nelle giovani generazioni e fa del bene anche all’ambiente di Alberto Piastrellini Una bella storia che ha il sapore della favola arriva sulle pagine dei giornali dalla provincia di Salerno: quella di un libraio gentile (di fatto e di nome) che s’è ingegnato per promuovere la circuitazione dei libri associando questa alle pratiche di raccolta consapevole dei rifiuti. In questa storia, la difesa e la promozione della cultura a partire dall’atto della lettura si sposano con la coscienza ambientale e la consapevolezza delle necessità di gestire al meglio le risorse rappresentate dai materiali/rifiuti. Ma non solo, in questa storia c’è anche una grande lezione di umanità e di altruismo suggeriti dalla pratica tutta napoletana del “caffè sospeso”, qui declinata in chiave libraria… Vediamo di raccontarla per bene. Innanzi tutto, il luogo dell’azione, Polla, piccolo comune del salernitano, poco più di 5.000 abitanti.In questo borgo arroccato della Campania, vive Michele Gentile, proprietario della libreria “Ex libris Café”, piccola oasi di resistenza all’avanzata delle grandi librerie monomarca, nonché fucina creativa di questo illuminato amante del suo lavoro e degli “oggetti” che tratta quotidianamente. Ebbene, questa figura atipica di librario (lui stesso si definisce un clochard dei libri), da anni si ingegna per promuovere il gusto della lettura soprattutto nei più piccoli e negli adulti che dovrebbero esser loro di esempio, tanto più che, come ci ricordano le statistiche, in Italia si legge molto poco e che il 10% delle famiglie italiane non ha nemmeno un libro in casa, mentre il 28% ne possiede meno di 25. Per stimolare il gusto per la lettura e garantire al tempo stesso la sopravvivenza della libreria quale presidio di cultura per il territorio, Gentile già

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INCI: per conoscere gli ingredienti dei prodotti cosmetici

Il suo obbligo è relativamente recente; saperlo leggere bene è difficile quanto essenziale. Di Eleonora Sbaffi Quando si va a fare la spesa è buona norma leggere l’etichetta di un cibo o di un prodotto per vedere cosa contiene. Sarebbe altrettanto saggio adottare questa abitudine anche quando si acquistano creme, bagnoschiuma e altri prodotti per il corpo. Saper leggere l’etichetta di questi infatti, è molto utile e diventa essenziale per quelle persone che soffrono di allergie a qualche ingrediente, ma anche a coloro che vogliono semplicemente fare un acquisto responsabile e consapevole. Per questo, dal 1997 l’Unione Europea ha reso obbligatorio l’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients), cioè la nomenclatura internazionale usata per gli ingredienti dei cosmetici. Il suo principale scopo è proprio quello di tutelare il consumatore, informandolo sugli ingredienti che un determinato prodotto contiene. I consumatori sono diventati sempre più sensibili e attenti nella scelta dei prodotti, scegliendo maggiormente prodotti bio, che non contengono microplastiche che non sono testati sugli animali ecc.. Ma per fare un acquisto consapevole è necessario imparare a leggere e decifrare l’INCI dei prodotti. Ecco alcune informazioni da tener conto quando si acquista un prodotto. Innanzitutto, i componenti di un prodotto cosmetico sono sempre elencati in ordine di quantità decrescente. Questo significa che il primo ingrediente è quello presente in quantità maggiore e l’ultimo in quantità minore. Gli ingredienti che sono presenti al di sotto dell’1% sono inseriti in ordine sparso. Solitamente nelle creme, il primo ingrediente, quello più presente, è l’acqua. Un alto fattore da tener conto è il linguaggio; se un ingrediente è scritto col suo nome botanico originario in latino significa che non ha subito trasformazioni chimiche e quindi è stato inserito tal quale, invece, se è scritto in inglese significa che ha subìto una sintesi chimica.Per identificare i colori si usa

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Neve: le caratteristiche positive per apprezzarla di più

Alla scoperta dei benefici del manto bianco dell’inverno Di Eleonora Sbaffi La neve è una di quelle cose che o la si ama, o la si odia. Ma pensiamo di trovarci in montagna, al caldo dentro una baita e di guardare una copiosa nevicata mentre stiamo sorseggiando una gustosa tisana…non possiamo negare che sia una sensazione oggettivamente piacevole. Ma al di là dei gusti personali e dalle diverse sensazioni che stimola in ogni ognuno di noi, la sua presenza reca diversi benefici, sia per le persone, sia per l’ambiente. A livello ambientale la neve, insieme alle piogge, aiuta ad abbassare i livelli di smog, pulendo l’aria da sostanze inquinanti (depositandole però al suolo). Contribuisce a ricaricare il livello di acqua nelle falde acquifere meglio di un abbondate temporale, poiché lo scioglimento del manto nevoso avviene in tempi più moderati e consente al terreno di assorbire l’acqua in modo graduale, a differenza di quanto succede per i grandi temporali o le cosiddette “bombe d’acqua”, che disperdono in fossi e fiumi enormi quantità di liquido rendendolo indisponibile per i mesi più siccitosi. E nel nostro organismo invece? La neve ha effetti benefici su tutto il nostro sistema, sia a livello mentale sia a livello fisico. Un articolo della psicologa inglese Sandi Mann, pubblicato su Hufftington Post UK, (https://www.huffingtonpost.co.uk/sandi-mann/snow-why-do-we-get-so-excited_b_2549187.html ), ci dice che sono molteplici i benefici che si hanno quando si sta sulla neve. Uno di questi è che la neve emana una sensazione di serenità e stimola emozioni come meraviglia, calma e purezza. Guardare un paesaggio innevato, giocare sulla neve o guardarla mentre scende, induce la nostra mente a fare riflessioni e profonde introspezioni. Non dimentichiamoci poi l’importanza del colore; il bianco candido infatti, genera nelle persone determinate impressioni che possono condizionarne l’umore o i comportamenti in maniera totalmente inconscia. Questo colore

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