Redazione

Volontà testamentarie ed amore per gli animali

Ѐ possibile continuare a prenderci cura di loro anche dopo la morte. di Glenda Oddi La sensibilità verso gli animali cresce sempre più nella nostra società, per questo iniziano a divenire numerosi i lasciti testamentari a favore degli animali. Sono tante, infatti, le persone che li hanno amati tutta la vita e decidono per questo di continuare a garantire loro benessere anche dopo la morte. Ma è possibile fare un lascito testamentario a favore dei nostri amici pelosi? Assolutamente si. Rientra infatti tra i lasciti solidali consentiti per legge. Nel testamento si può sia disporre a chi affidare i propri animali dopo la morte sia destinare i propri beni a sostegno di enti e organizzazioni che operano per la tutela degli stessi. Ѐ possibile fare questo lascito anche se si hanno dei parenti perché la legge garantisce comunque di avere libertà di scelta riguardo la destinazione di una parte dei propri beni, garantendo ai congiunti la trasmissione dell’altra. Per la stesura del testamento è possibile rivolgersi ad un legale o stenderlo a mano personalmente indicando nome, cognome, data, firma, nome e indirizzo dei beneficiari specificando cosa si lascia a ciascuno di essi. In caso di lasciti ad Onlus è importante indicarne anche il codice fiscale. Per ovviare al pericolo di smarrimento è possibile produrne più copie e consegnarle direttamente ai beneficiari oppure metterlo in deposito fiduciario presso un notaio. In alternativa è possibile stendere un testamento redatto direttamente da un notaio e alla presenza di due testimoni. Ѐ possibile anche nominare un esecutore testamentario che garantirà la corrette messa in atto di quanto scritto. Nel caso in cui si voglia modificare il contenuto del documento si deve creare un nuovo testamento in cui si dispone la revoca di quello precedente con la specifica formula: “Revoco ogni mia precedente disposizione testamentaria”.
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Sorbetto alla mela verde

Di Benedetta Giovannetti Ingredienti per circa 600 grammi di sorbetto 230 grammi di mele verdi 300 grammi di acqua 30 grammi di succo di limone 80 grammi di zucchero Per prima cosa lavare una mela verde e tagliarla a pezzetti, senza privarla della buccia, spremere poi un limone e filtrare il trucco ottenuto per trattenere i semini. Versare quindi i pezzetti di mela in una ciotola aggiungere il succo di limone e lo zucchero, poi unire l’acqua e frullare il tutto fino ad ottenere una consistenza cremosa. Poi trasferire il composto in una gelatiera e azionarla per circa 25 minuti, in assenza di gelatiera si può procedere così: versare il composto in una terrina larga e metterlo in congelatore per almeno un’ora dopo tirarlo fuori e smuoverlo con una forchetta e ripetere l’operazione sino ad ottenere la consistenza voluta ogni 30 minuti circa. Versate il composto in bicchierini e guarnite con due fettine di mela, il sorbetto è pronto, se avanza può essere conservato in freezer per un mese al massimo.
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Insonnia? I rimedi naturali che possono aiutare

di Glenda Oddi Il buon riposo è fondamentale per affrontare serenamente la giornata ma spesso questo non è garantito dalla presenza di fattori psicofisici disturbanti. Tra le più frequenti cause di insonnia abbiamo: stress, ansia, depressione, malattie e dolore fisico, menopausa, iperattività della tiroide, assunzione di farmaci. Per far fronte a questa problematica, se non si vuole ricorrere all’uso di farmaci, è possibile optare per rimedi naturali, associandoli anche ad una adeguata alimentazione volta a conciliare il sonno. Alcune piante officinali aiutano infatti a rilassare il sistema nervoso e a favorire l’addormentamento, queste sono: luppolo, valeriana, escolzia, melissa, passiflora, biancospino e tiglio. Si possono assumere in diversi modi, in erboristeria sarà possibile trovarle sotto forma di pasticche, estratti, fiale o essiccate per realizzare tisane o decotti. Affinché questi rimedi diano frutto è fondamentale ricordare che le soluzioni naturali non agiscono in maniera repentina e con la stessa intensità dei farmaci ma allo stesso tempo, a lungo andare, gravano meno sull’organismo in relazione agli effetti collaterali che possono causare (per esempio dipendenza e assuefazione). Per questo motivo si potrà trarre da loro il massimo beneficio sperimentando pazientemente il prodotto naturale più adatto a noi e poi assumendolo con continuità e costanza, possibilmente sempre nello stesso momento della giornata. Se si confida nei fiori di Bach si possono impiegare il white chestnut, l’hornbeam, il walnut, l’impatiens, agrimony, red chestnut. Se preferite invece l’aromaterapia è possibile utilizzare gli oli di lavanda, bergamotto o basilico, che potranno essere sia impiegati per la diffusione ambientale, sia per bagni rilassanti versandoli nella vasca, sia in massaggi terapeutici.
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Lavanda, usi e proprietà

di Benedetta Giovannetti La lavanda è un’erbacea perenne che può raggiungere anche il metro di altezza, con fiori di colore azzurro violaceo e vanta una storia di utilizzo da almeno 2500 anni.Il suo termine deriva dal latino lavare proprio perché era frequentemente usata nelle abluzioni per purificare la mente e lo spirito.Nei secoli è sempre stata usata per comporre fragranze, unguenti, medicinali ma anche come pozione magica e ingrediente culinario.Gli antichi egizi la usavano nel processo di imbalsamazione per la sua gradevole fragranza, ma la famiglia reale la usava sotto forma di balsamo anche per cosmesi, massaggi e medicine.I Greci impararono dagli Egiziani le peculiarità di questa pianta specialmente se impiegata come lassativo e per disturbi dell’alimentazione e del sonno.Per i Romani invece la lavanda era soprattutto usata come prodotto cosmetico, come deodorante e come unguento dopo ii bagni quotidiani alle terme.Negli anni successivi l’uso della lavanda passò nel campo della medicina come componente per preparare composti da usare per curare ferite e abrasioni.Ai giorni nostri la lavanda è tutt’ora usata per questi scopi oltre ad essere largamente usata in profumeria per il suo profumo delizioso.Tra le sue proprietà vi sono anche quelle antisettiche, deodoranti e repellenti per gli insetti.Infatti l’olio puro di lavanda è uno dei pochissimi oli che può essere usato non diluito direttamente sulla pelle favorendone la guarigione.In aromaterapia è usata per rilassare, ridurre lo stress, bilanciare e rinvigorire fisicamente e mentalmente.Ha inoltre molteplici benefici tra cui riequilibrare la pelle, regolando la produzione di sebo e combattendo i disturbi di seborrea.
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Il microonde, quando è meglio non usarlo

Poche accortezze per un’alimentazione sana e sicura. di Glenda Oddi La cottura al microonde è amata e preferita da molti a quella tradizionale, questo perché è particolarmente rapida e permette anche di scongelare in bravissimo tempo i cibi. Una qualità non da poco in una società frenetica come quella contemporanea. Un altro aspetto positivo è quello legato alla preservazione delle sostanze nutritive degli alimenti (vitamine, minerali ecc.), nettamente maggiore col microonde rispetto a quella garantita da altre forme di cottura (bollitura, frittura ecc.). Ci sono però degli errori comuni che sarebbe bene non commettere nel suo impiego, sia per conservare le qualità e il sapore degli alimenti sia per la nostra salute. Un errore diffuso è quello di riscaldare al microonde i cibi già cotti nei giorni precedenti, questo tipo di processo non raggiunge infatti temperature elevate e dunque non garantisce l’eliminazione di eventuali batteri presenti in essi. Molto importante anche prestare attenzione ai contenitori utilizzati per cuocere le sostanze, alcuni possono infatti rilasciare sostanze dannose per l’organismo. Meglio evitare quelli in plastica o contenitori coperti da pellicole perché tendono a emettere una elemento che interferisce con i nostri processi endocrini chiamato Bisfenolo A. Riguardo i cibi da non cuocere al microonde abbiamo: patate e riso già cotti (tendono a sviluppare molti batteri e il microonde non riesce ad eliminarli);funghi (questa cottura altera la loro composizione proteica e li rende meno digeribili); broccoli (in questo modo perdono alcuni importanti antiossidanti); carni lavorate come le salsicce (generano per reazione chimica dei composti ossidati dannosi per la salute); carne di pollo (presenta molti batteri che questa cottura non riesce ad eliminare). Riguardo i cibi con la buccia, come i pomodori, meglio bucherellare la loro superficie prima di informarli, potrebbero infatti esplodere!
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I gioielli della corona visigota

di Benedetta Giovannetti Nel 1858 a fine agosto una famiglia che da Toledo faceva ritorno al proprio villaggio, Guadamur, durante una sosta ad una fonte poco lontana dal loro paesino, trovò una lastra che affiorava vicino ad un muretto, probabilmente smossa dalla forte tempesta del giorno prima. Quando si accorse che era diversa dalle altre provo a smuoverla per vedere se sotto nascondesse qualcosa. La famiglia scoprì così che si trattava di un’urna lavorata piena di oggetti d’oro e pietre preziose, sporca di fango. Rendendosi conto che il lavoro era faticoso e lungo la famiglia decise di tornare la notte ed una volta tirata fuori l’urna lavò il suo contenuto nell’acqua della sorgente. Quando rientrò a casa portò con sé un carico di 12 corone, una croce e altri gioielli votivi. Si trattava di parte del tesoro di Guarrazar un impressionante gruppo di gioielli dell’epoca visigota spagnola composta appunto da una serie di corone circa ventisei e altri pezzi di oreficeria tra cui delle croci d’oro. Tale tesoro patì però una serie di peripezie in quanto fu smembrato e venduto dalla famiglia che iniziò il ritrovamento e poi dal militare di origine francese che acquistò parte del tesoro ed il terreno dove si trovava. Adesso parte di questo tesoro si trova nel Museo archeologico nazionale di Madrid ed è stato di fondamentale importanza per capire e conoscere l’arte visigota consentendo di comprendere mediante un’analisi dettagliata dei gioielli le tecniche di oreficeria dell’epoca, le caratteristiche dell’oro utilizzato e la provenienza delle gemme. Ad esempio è grazie a questi studi che si è capito che gli smeraldi e gli zaffiri sono originari rispettivamente dell’Austria e dello Sri Lanka foto di: www.meisterdrucke.it
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Un diario come terapia quotidiana

Perché scrivere di se fa bene di Glenda Oddi Scrivere fa bene, gli esperti ormai ne sono pienamente convinti. In particolar modo è terapeutico scrivere di se stessi, della propria vita, di ciò che si prova. Se questo è consigliabile già in una condizione di normalità, lo è ancora di più nel difficile momento storico che stiamo vivendo a causa della pandemia dove fare progetti per il futuro risulta davvero difficile. Tenere un diario è quindi assolutamente consigliabile, soprattutto in questo periodo. Mettere su carta i propri pensieri aiuta infatti a chiarificarli ai nostri occhi, comporta cognitivamente un processo di riordino e rielaborazione. Inoltre scrivere è una forma di espressione e di sfogo, è quindi funzionale per combattere ansia e stress, in una sorta di autoterapia quotidiana che è praticamente a costo zero. Importante prediligere sempre il buon vecchio diario cartaceo rispetto quello digitale, il movimento manuale per la produzione della scrittura stimola l’attività neuronale e comporta un maggior grado di riflessività e analisi riguardo ciò che dobbiamo esprimere. Se proprio avete difficoltà a scrivere meglio optare per un diario economico, importante anche darsi un tempo limite da dedicare alla sua compilazione in modo che non diventi un’attività eccessivamente prolissa ed impegnativa. Fondamentale inoltre, per trarre davvero beneficio dal processo, far sì che diventi un impegno quotidiano e se possibile avvenga anche alla stessa ora. Inoltre bisogna ricordare che la stesura del diario è un’attività intima e funzionale soltanto al nostro benessere, per questo non bisogna dare peso alla forma, a strafalcioni, cancellature o all’irregolarità della scrittura. Inoltre sempre per queste ragioni sarebbe opportuno tenerlo quanto mai riservato. Bisogna scrivere in libertà senza sentirsi obbligati di nulla, neanche di trattare di argomenti importanti ma che non desideriamo descrivere. In ultimo si consiglia di conservare il diario una volta ultimato, sarà

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Lo stress solare: rimedi dalla medicina estetica

di Glenda Oddi Quando l’estate giunge al termine spesso insieme al ricordo del mare e delle giornate di vacanza ci lascia anche le conseguenze di una scorretta esposizione al sole. Stiamo parlando del cosiddetto “stress solare”, una condizione in cui la pelle può presentare eritemi, macchie solari (cioè pigmentazione atipica), rughe, colorito spento, aspetto “invecchiato”. Vediamo dunque come poter intervenire per ovviare al foto-invecchiamento. Nel caso di danni legati alla lassità cutanea, rughe e macchie solari la medicina estetica può intervenire con l’uso di filler a base di acido ialuronico, radiofrequenze, laser, fili biostimolanti e di trazione.  I filler con acido ialuronico riempiono le rughe e restituiscono tonicità alla pelle. L’effetto del filler tende a durare circa 6 mesi con un incremento progressivo della sua tenuta man mano che si effettuano le varie sedute. Queste sedute di filler con acido ialuronico hanno un costo variabile ma tendono a partire da un minimo di 350 euro. Riguardo le macchie solari sarà possibile intervenire con l’uso di un acido specifico o del laser a seconda della loro forma e delle loro caratteristiche. In ambo i casi la seduta comporterà la formazione di una crosticina che cadrà in pochi giorni. Potrebbero essere necessarie più sedute a distanza di pochi mesi, il loro costo varia da 150 a 500 euro circa in base al tipo di trattamento scelto e al numero di interventi da compiere sulla pelle. Un’altra soluzione valida contro il foto-invecchiamento e data dalla biostimolazione con P.R.P. che spinge le cellule all’autoriparazione: un preparato ottenuto dal sangue del paziente ricco di elementi di derivazione piastrinica. Questo trattamento prevede il prelievo del sangue del paziente da cui si ricava il plasma e lo si inietta in piccole quantità nelle zone da trattare. Il risultato sarà una pelle più elastica e tonica.
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Porri e patate al gratin

di Benedetta Giovannetti Ingredienti per sei persone 800 grammi di patate rosse 3 porri grandi 100 grammi di fontina 80 grammi di parmigiano grattugiato ½ litro di brodo vegetale biologico Una confezione di panna da cucina ¼ di latte Sale Pepe Sbucciate lavate e affettate le patate e la parte bianca dei porri Rivestite di carta forno una pirofila e disponetevi a strati patate e porri Condite ogni strato con sale e pepe (un solo strato), la fontina tagliata a pezzetti, il parmigiano, cucchiaiate di brodo e un po’ di panna. Versate sull’ultimo strato il latte e sigillate la pirofila con carta da forno e poi con un foglio di alluminio Mettete in forno caldo a 160 gradi per circa un’ora Togliete i fogli di copertura e lasciate in forno ad asciugare e a gratinare fino a che in superficie non si formerà una crosticina dorata ma le patate saranno rimaste morbide. Se volete dare un gusto ancora più deciso potete sostituire il parmigiano con altri formaggi tipo pecorino o ricotta salate e per renderlo un perfetto piatto unico potete aggiungere agli strati dei cubetti di petto di pollo precedentemente fatti saltare in padella con un filo di olio o dei cubetti di prosciutto cotto.
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La cellulite, sfatiamo qualche mito

di Glenda Oddi La cellulite l’abbiamo praticamente tutte. Solo una donna su cento pare che non soffra di questo inestetismo. Bisogna però prendere consapevolezza che se non siamo tra le pochissime fortunate che non l’hanno non è colpa nostra. D’altronde, lo sappiamo, noi donne e i sensi di colpa siamo una cosa sola. Ci sono una serie di miti da sfatare riguardo la cellulite. In primo luogo non è legata all’età, non è vero che o ti viene fin da giovane o non ti viene più. Sono molte le donne che iniziano a mostrarla a partire dalla tarda adolescenza, dopo la gravidanza o dalla mezz’età. In secondo luogo non è vero che è legata al peso, sia donne magre che grasse ne soffrono infatti indiscriminatamente. Questo perché, se è vero che certamente il grasso la accentua, comunque è dovuta a molti fattori in combinazione e non solo al peso. In terzo luogo non è vero che bere molta acqua aiuta a combatterla, purtroppo questa pratica non è risultata realmente efficace. Punto terzo, non è corretto pensare che mangiare cibi grassi e dolci faccia insorgere la cellulite. Essere grassi la accentua, ma non ne è la causa diretta. In ultimo, non è vero che il dry brushing (cioè lo spazzolare la pelle a secco) riduce la cellulite, crea infatti soltanto un effetto temporaneo dando all’epidermide un aspetto più compatto che però scopare nel giro di poche ore. Ѐ invece vero che uno stile di vita sano con un po’ di attività fisica regolare, un’alimentazione varia, completa, equilibrata, accompagnata ad un sonno regolare e alla rinuncia al fumo e con un uso moderato dell’alcool sia utile per prevenire la formazione di questo inestetismo o comunque evitare il suo peggioramento. Molto utili anche i massaggi drenanti e la riduzione del sale nella dieta.
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Chiama angeli: una dolce protezione

di Benedetta Giovannetti I ciondoli chiama angeli, sono sfere contenenti un meccanismo musicale chiamato xilofono o campanellino che emette un suono armonioso e sottile quando viene scosso. Pare che ogni ciondolo abbia un suono unico e predestinato ad armonizzarsi con la persona che lo indossa permettendogli di entrare in contatto con il proprio angelo custode. Tale ciondolo dunque avrebbe la capacità di evocare l’angelo custode di chi lo indossa e questo angelo lo accompagnerà e proteggerà durante ogni avvenimento della vita. Se regalato in gravidanza va indossato fin dai primi mesi della gestazione e solitamente si dona con una dedica di accompagnamento alla futura mamma, affinché indossandolo lungo la pancia possa rilassarsi e tranquillizzarsi e vivere la propria gravidanza serenamente. Il suono che emana viene percepito dal bambino in grembo che grazie ai movimenti della mamma potrà anche capire l’alternarsi del giorno e della notte. Nato come gioielli dedicato alle mamme, alle gestanti e a chi sta cercando una gravidanza è un gioiello in realtà adatto a tutte le donne, anche le più giovani in quanto è un piccolo portafortuna, in alcuni negozi si può anche trovare un chiama angeli dedicato agli uomini. Il chiama angeli è un ciondolo sferico che secondo la tradizione messicana è un reale e potente portafortuna con proprietà benefiche in grado di proteggere la persona che lo indossa e nel caso delle donne in gravidanza proteggerà anche il bambino richiamando i suoi angeli custodi. Tale ciondolo veniva regalato di madre in figlia quando questa era in dolce attesa.
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Il profumo, un mondo di raffinatezza e seduzione

Curiosità sul vezzo più antico del mondo. di Glenda Oddi L’etimologia della parola “profumo” non è molto chiara, i più vogliono che derivi dal termine latino “fumum” che vuol dire per l’appunto fumo, riferendosi probabilmente ai suffumigi con sostanze profumante.  L’inizio dell’uso di questa sostanza tra gli uomini si perde nell’antichità più remota, è impossibile capire con precisione quando è avvenuto effettivamente il suo primo impiego. Basti pensare che già gli egizi e i babilonesi ne facevano ampio uso e i primi lo consideravano talmente importante da avere un dio preposto ad esso: Nefertum. La più antica fabbrica di cui abbiamo attestazione è quella rinvenuta sull’isola di Cipro grazie a degli scavi archeologici, risale all’incirca al 2000 a.C. ed i suoi prodotti venivano esportati in tutto il Mediterraneo. Sia la produzione antica che quella contemporanea dei profumi si basano sull’uso non solo di piante ma anche di sostanze a dir poco repellenti come il vomito di balena e le ghiandole perianali di zibetto. Basti pensare al largo impiego in molti di essi dell’ambra grigia che è risultata essere il prodotto del processo digestivo dei cetacei. Sono numerose le credenze che hanno interessato i profumi, per esempio per lungo tempo si è ritenuto fossero legati alla salute, per cui gli antichi egizi credevano di poter curare attraverso gli odori, non a caso sono considerati i padri dell’aromaterapia. Inoltre si riteneva che il cattivo odore veicolasse la diffusione delle malattie, per questo durante le epidemie di peste i medici portavano una maschera in cui inserivano erbe aromatiche e si bruciavano sostanze odorose nelle case per purificarne l’aria. Infine, ci sono profumi e profumi, quelli di più alta qualità sono davvero costosi, questo perché necessitano di una raccolta dei componenti accurata e in grande quantità, per esempio un enorme numero di fiori colti

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