PENELOPE, L’ARCHETIPO DELLA MOGLIE FEDELE

È un personaggio immaginario della mitologia greca, nota soprattutto per essere stata la fedele moglie di Ulisse, eroe dell’Odissea di Omero.

Chi era Penelope

Penelope era figlia di Icario e della naiade Peribea, entrambi sovrani di Sparta, ed era discendente, per parte paterna, del grande eroe Perseo.

Inoltre, era anche cugina di Elena di Troia.

Il nome Penelope deriva dal greco pēné (tela) e, infatti, lei è conosciuta sopratutto per l’episodio sulla famosa tela com’è narrato nel poema L’Odissea.

Penelope, moglie di Ulisse e regina di Itaca, aspettò per venti lunghi anni il ritorno del marito che era partito per la guerra di Troia, lasciandola con un bimbo in fasce che crebbe da sola.

Durante l’attesa del ritorno del marito, come regina di Itaca amministrò il regno, ma fu insidiata dai Proci, un gruppo di pretendenti che ambivano al regno di Itaca e per farlo, uno di loro avrebbe dovuto sposare la regina Penelope.

I Proci sono personaggi immaginari dell’Odissea, erano 108 giovani nobili e quindi avevano il diritto di pretendere la mano della regina rimasta sola.

Penelope non aveva alcuna intenzione di risposarsi con uno dei Proci, e ideò il famoso stratagemma della tela per rimandare all’infinito la sua decisione.

La tela era il sudario per il padre di Ulisse, Laerte, e Penelope la tesseva di giorno e la disfaceva di notte.

Lei aveva detto ai Proci che avrebbe scelto uno di loro come sposo, quando avrebbe finito di tessere la tela.

Purtroppo una delle ancelle la tradì e raccontò tutto ai Proci, e quindi dopo quattro anni finì lo stratagemma inventato da Penelope per tenere a bada i suoi pretendenti.

Quando tutto sembrava ormai perduto per Penelope e Telemaco, Ulisse ritornò a Itaca aiutato dalla dea Atena sua protettrice.

Dapprima Odisseo non fu riconosciuto nemmeno dal padre Laerte, in questo c’era la mano di Atena che aveva dato l’aspetto di un vecchio mendicante a Ulisse.

In seguito Ulisse fu riconosciuto anche dalla moglie dopo aver dato la risposta esatta su un particolare che solo loro due erano a conoscenza: il talamo nuziale, scavato nel tronco di un ulivo centenario, non poteva essere spostato.

Alla fine Ulisse aiutato dal figlio Telemaco uccise tutti i Proci e si ricongiunse alla fedele Penelope.

Penelope e la Storia dell’Arte

Penelope come archetipo di casta e fedele moglie di Ulisse influenzò grandemente sia l’immaginario collettivo sia la Storia dell’Arte.

Molti artisti le dedicarono innumerevoli opere che possiamo ammirare in Musei pubblici oppure in Gallerie e collezioni private.

In Italia diversi pittori hanno dipinto quadri con Penelope come soggetto oppure prendendo spunto dagli episodi narrati nell’Odissea con protagonisti Ulisse e Penelope insieme.

A Venezia nel Seminario Patriarcale si può ammirare “Penelope”, un olio su tavola di legno datato anno 1514, del famoso pittore Domenico di Jacopo di Pace, detto comunemente il Beccafumi.

Una solitaria e volitiva Penelope con lo sguardo rivolto lontano, occupa l’intera scena della tavola del Beccafumi.

Invece Bernardino di Betto Betti detto il Pinturicchio aveva affrescato “Il ritorno di Ulisse”, del 1508-1509, originariamente un ciclo di affreschi per il Salone del Palazzo del Magnifico a Siena. 

L’affresco fu staccato è oggi si trova a Londra, alla National Gallery.

Nell’affresco si vede la camera di Penelope dove irrompe in primo piano Telemaco, seguito dai Proci sbalorditi e da Ulisse ancora sulla soglia.

L’eroe omerico coglie di sorpresa la moglie mentre tesse la leggendaria tela. Oltre la finestra si apre un paesaggio in cui sono accennate alcune peripezie del viaggio di Ulisse: l’isola di Circe, le sirene e il naufragio.

La scena nasconde allusioni alla vita politica dell’epoca, con le insidie che simboleggiano i pericoli passati da Siena per mano di Cesare Borgia.

In epoca vittoriana, Penelope è stata uno dei soggetti preferiti dai Pre-Raffaelliti.

“Penelope e i proci” è un olio di John William Waterhouse, del 1912, si trova ad Aberdeen Art Gallery, in Gran Bretagna.

Il grande Dante Gabriele Rossetti ci ha lasciato una magnifica “Penelope”, una donna moderna dai bellissimi lineamenti e dalla fulva chioma.

I grandi occhi azzurri di questa Penelope, raffigurata con gli strumenti per tessere in una mano, comunicano la velata tristezza di una donna innamorata che aspetta il suo uomo lontano.

Questo dipinto, datato 1869, si può ammirare nella collezione privata inglese Andrew Lloyd Webber.

Penelope ha lasciato un forte segno nella storia dell’Arte e anche nella cultura di massa. Infatti, ancora oggi quando si vuole menzionare la fedeltà di una donna o di una moglie, si rimanda all’esempio di Penelope.

By Rosa Maria Garofalo

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