Nazioni Unite

Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le Donne

Orange The World: uguaglianza di genere contro lo stupro è il tema di quest’anno e lo slogan di una campagna di sensibilizzazione internazionale promosso dal Segretariato delle Nazioni Unite. di Alberto Piastrellini Il 25 novembre di ogni anno, dal 1981 si celebra la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le Donne (risoluzione di designazione ufficiale n. 54/134 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 7 febbraio 2000); una data precedentemente scelta dagli attivisti per i diritti delle donne per onorare la memoria delle sorelle Mirabal, tre attiviste politiche della Repubblica Dominicana che furono brutalmente assassinate nel 1960 per ordine del dittatore   Rafael Leónidas Trujillo. Una Giornata di riflessione mondiale nella quale si invitano Governi, organizzazioni internazionali, ONG e Associazioni ad a unirsi e organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione tanto più che, malgrado il progresso culturale, i numeri del problema a livello mondiale sono allarmanti:  Un massacro, troppo spesso silenzioso che miete altrettante vittime del cancro, o degli incidenti stradali e della malaria combinati! L’ONU ricorda che la violenza contro le donne e le ragazze è una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, persistenti e devastanti nel nostro mondo oggi e rimane ampiamente non denunciata a causa dell’impunità, del silenzio, dello stigma e della vergogna che la circondano. In termini generali, tali manifestazioni di violenza si concretizzano tanto in forme fisiche, quanto in quelle psicologiche: Le conseguenze di tali molteplici aspetti della violenza su donne e ragazze si protraggono per tutta la vita e minano tanto la salute fisica quanto quella psicologica andando a compromettere anche l’attività riproduttiva; non solo, i fenomeni violenti possono manifestarsi indiscriminatamente in tutte le fasi della vita di una donna.   Secondo le Nazioni Unite la violenza contro le donne continua ad essere un ostacolo al raggiungimento dell’uguaglianza, dello sviluppo, della

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Famiglie in un mondo che cambia

L’edizione 2019-2020 del principale Rapporto di UN Women “Progresso delle donne del mondo” esamina in modo approfondito la condizione delle famiglie in un mondo che cambia. di Carmela Marinucci L’Obiettivo 5 dell’Agenza ONU al 2030 per lo Sviluppo Sostenibile prevede di “Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne e delle ragazze”. Negli ultimi anni la legislazione e le politiche a favore delle donne hanno fatto dei progressi, ma sono troppo lenti rispetto all’obiettivo prefissato.  Occasione per fare una riflessione su questo aspetto sarà la presentazione in Georgia (Tblisi, 14 novembre 2019) dell’annuale Rapporto Progress of the World’s Womenhttps://www.unwomen.org/-/media/headquarters/attachments/sections/library/publications/2019/progress-of-the-worlds-women-2019-2020-en.pdf?la=en&vs=3512 di UN Women, che quest’anno si focalizza su “Famiglie in un mondo che cambia”. UN Women è l’organismo creato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2010 e operativo dal 2011 con l’obiettivo di promuovere l’Uguaglianza di Genere e l’Empowerment Femminile, e accelerare il cammino verso il progresso nella soddisfazione dei bisogni di donne e ragazze in tutto il mondo.  Ogni anno viene pubblicato un Rapporto della serie “The Progress of the World Women” con l’obiettivo di stimolare il cambiamento di leggi, politiche e programmi a livello globale, regionale e nazionale, creando un ambiente favorevole per le donne e le ragazze di realizzare i loro diritti.  L’edizione 2019 è una valutazione approfondita della realtà delle famiglie di oggi, tenendo conto delle profonde trasformazioni economiche, demografiche, politiche e sociali, analizzando le principali questioni che costituiscono fonti di preoccupazione, tra cui le leggi sulla famiglia, le differenze di reddito e di occupazione, il lavoro di assistenza non retribuito, la violenza contro le donne e le famiglie e le migrazioni.  Le famiglie sono diverse e in continua evoluzione, e non esiste una forma “standard” o “universale” di famiglia. Sulla base di ricerche, prove, approcci innovativi e casi di studio, il Rapporto esamina da vicino le famiglie in un mondo che cambia. A livello globale, poco più di un terzo delle famiglie sono coppie che vivono con bambini; le famiglie allargate sono quasi altrettanto comuni; le famiglie

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Giornata Internazionale della tolleranza zero nei confronti delle pratiche di mutilazione genitale femminile

La Commissione Ue celebra l’evento ricordando dati e iniziative di contrasto ad un problema ancora troppo sottaciuto e nascosto, purtroppo ben più diffuso di quanto si immagini. Di Alberto Piastrellini Oggi, 6 febbraio, si celebra la Giornata Internazionale della tolleranza zero nei confronti delle pratiche di mutilazione genitale femminile, istituita dall’Assemblea generale dell’ONU il 20 dicembre 2012, con l’obiettivo di promuovere campagne di sensibilizzazione e azioni concrete per combattere la pratica delle mutilazioni genitali femminili. Usanza raccapricciante e ancora troppo diffusa in alcuni Paesi del mondo, purtroppo eseguita, spesso in casa o comunque in strutture ove non è possibile garantire alcun controllo igienico o medico, anche in Occidente, ovviamente di nascosto. Le stime, proprio per questo molto indicative, indicano come nel mondo oltre 200 milioni di donne (500.000 nella sola Europa) siano state sottoposte a queste pratiche che nulla hanno a che vedere con la salute del corpo o con il benessere, rientrando nel nebuloso e tutto soggettivo territorio della tutela dell’onore e della tradizione. Al ritmo attuale, si teme che di qui al 2030, altri 68 milioni di giovani ragazze dovranno subire questo trauma nei Paesi ove tali azioni sono praticate abitualmente (e quindi più o meno censibili). Ricordiamo che sotto la denominazione di mutilazione genitale femminile rientrano tutta una serie di operazioni che vanno dall’escissione parziale a quella completa dei genitali femminili esterni; dalla rimozione parziale o totale del clitoride alla rimozione di piccole e grandi labbra, sino al restringimento dell’apertura vaginale con la sutura successiva alla rimozione delle parti esterne. Si possono ben immaginare le conseguenze invalidanti fisiche e psicologiche nel breve e nel lungo periodo per chi subisce tali operazioni senza contare i rischi derivanti dall’utilizzo di strumenti non chirurgici e dall’operato di persone non professioniste in campo medico-chirurgico. In occasione della Giornata Internazionale l’Alto rappresentante

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