Terza parte
Nelle antiche città di Atene e Sparta, la condizione femminile variava molto fra le due città a causa di differenze sociali, culturali e politiche che differenziavano le due polis.
Atene e Sparta, due diverse forme di governo
Nell’antica Grecia, le donne di Atene e Sparta, le due città stato più importanti della Grecia antica, vivevano in società con profonde differenze culturali e sociali, influenzate dalle rispettive forme di governo, dalle tradizioni e dalle esigenze delle rispettive città-stato.
Ad Atene il tipo di governo prevalente era la democrazia.
Questo sistema politico prevedeva il coinvolgimento diretto dei cittadini nelle decisioni politiche e amministrative della città-stato. Gli uomini adulti e liberi di età superiore ai diciotto anni, nati da genitori ateniesi, avevano il diritto di partecipare all’assemblea cittadina, chiamata l’Ecclesia, dove potevano votare sulle leggi proposte, eleggere funzionari pubblici e decidere su questioni di politica estera e interna. Inoltre, c’erano altre istituzioni democratiche come il Consiglio dei Cinquecento (Boulē), composto di 500 cittadini sorteggiati annualmente per proporre leggi e gestire gli affari quotidiani della città, e i tribunali popolari (Dikasteria), dove i cittadini potevano giudicare i casi legali.
Tuttavia, è importante notare che la democrazia ateniese era limitata solo ai cittadini maschi, escludendo donne, schiavi e stranieri.
Il tipo di governo predominante a Sparta nell’antica Grecia era l’oligarchia.
Era caratterizzata da un governo guidato da un piccolo gruppo d’individui appartenenti alla classe dominante della società, chiamati oligarchi. In particolare, a Sparta, il potere era concentrato tra due re (di stirpe agiata) e il consiglio degli anziani (Gerusia), composto di ventotto anziani oltre ai due re. Questa gerarchia politica era supportata da una società militarizzata e fortemente disciplinata, con lo scopo principale di mantenere il controllo sulle masse e di garantire la stabilità interna dello stato spartano.
Ruolo delle donne di Sparta e di Atene
Le donne erano considerate inferiori agli uomini nella città di Atene e il loro ruolo principale era limitato alla sfera domestica. Erano responsabili delle faccende domestiche e dell’educazione dei figli. Avevano poche opportunità di partecipare alla vita pubblica e politica.
A Sparta Le donne avevano maggiore libertà e autonomia. Ereditavano proprietà e potevano gestire gli affari familiari in assenza dei mariti, spesso impegnati in guerra. Avevano anche maggiori opportunità d’istruzione e potevano partecipare a eventi pubblici.
L’istruzione delle ragazze era limitata ad Atene e si concentrava principalmente su competenze domestiche e attività artistiche come la musica e la danza.
Le ragazze spartane invece ricevevano un’istruzione più rigorosa, che includeva esercizi fisici e addestramento militare. Erano incoraggiate a mantenere una buona forma fisica e a essere indipendenti.
Il matrimonio era considerato una parte importante della vita delle donne ateniesi e spesso era organizzato dai genitori. Le donne sposate erano soggette all’autorità del marito e si occupavano della gestione della casa.
Il matrimonio era meno formalizzato e le donne spartane avevano più libertà nella scelta del coniuge. Erano spesso viste come partner degli uomini e le madri erano considerate importanti per la produzione di figli forti e sani per lo stato.
Le donne di Atene avevano poche opportunità di partecipare alla vita pubblica e politica. Non avevano diritto di voto e non potevano intraprendere azioni legali senza il consenso di un tutore maschio.
Le donne di Sparta avevano maggiore influenza sulla vita pubblica e potevano partecipare a eventi politici e sociali. Questa maggiore libertà era dovuta alla necessità di mantenere la forza e la coesione della società spartana.
In sintesi, le differenze culturali e sociali tra le donne di Atene e Sparta nell’antica Grecia riflettevano le diverse priorità e valori delle rispettive città-stato, influenzate dalle loro tradizioni, strutture politiche e necessità militari.
By Rosa Maria Garofalo