MYNTHA

Myntha, una bellissima ninfa della mitologia greca

La menta, erba usata in cucina e in erboristeria, deve il proprio nome a Myntha, una ninfa protagonista di una tragica storia d’amore e gelosia.

La ninfa Myntha e il triangolo amoroso 

Le Ninfe erano adorate dagli antichi Greci come la personificazione di fenomeni o forze della natura ed erano immaginate come bellissime fanciulle.

Erano mortali ma avevano il dono dell’eterna giovinezza e spesso erano amate dagli uomini.

Le ninfe delle acque erano le Oceanine, le Nereidi e le Naiadi; quelle dei monti e le valli erano le Oreadi, mentre quelle delle piante erano le Driadi o Amadriadi.

Per i Romani le Ninfe erano identificate come divinità indigene dell’acqua e delle sorgenti e il loro culto si svolgeva all’aperto oppure in tempietti chiamati Ninfei.

Molte città italiane ed europee conservano ancora resti dei Ninfei romani.

Myntha era una naiade, cioè una ninfa delle acque ed era figlia del fiume degli Inferi Cocito, uno dei cinque fiumi dell’Ade.

Per i greci e i romani, gli Inferi erano un vero  e proprio luogo fisico sulla terra, ai quali si poteva accedere da luoghi impervi e segreti, difficilmente raggiungibili dai mortali.

Il Signore degli Inferi era Ade, il quale s’innamorò della bellissima Myntha e ne fece la sua concubina o amante.

Questa relazione non era accettata dalla gelosa Persefone moglie di Ade (Proserpina per gli antichi romani), e quando Myntha ebbe un acceso diverbio con lei, la dea decise di punire mortalmente la ninfa facendo a brandelli il suo corpo.

Il dio Ade mosso a pietà trasformò la sfortunata ninfa in un’erba, la menta come la conosciamo noi oggi.

Ci sono diverse versioni di questa sfortunata vicenda amorosa, ma tutte convergono sulla tremenda gelosia di Persefone che non accettava la relazione extraconiugale del marito.

Il poeta latino Ovidio nelle sue Metamorfosi, narra che fu la stessa dea a tramutare la bella Myntha in un’umile e insignificante erba dopo averla uccisa.

In questa tragedia vi è anche un altro personaggio, Demetra, dea della Natura e madre di Persefone, la quale dopo la trasformazione della ninfa in erba, la maledisse impendendole di produrre frutti.

Gli dei pur nella loro potenza e immortalità avevano caratteristiche mortali, spesso molto negative.

In Grecia si eleva il monte Menta, dove anticamente sorgeva l’unico santuario dedicato al dio Ade e deve il suo nome all’umile menta, pianta sacra di Ade che vi cresce spontanea abbondantemente.

Menta, mirto e rosmarino, erano usate dagli antichi greci nei riti funebri per coprire gli odori della decomposizione dei corpi.

La menta, secondo la mitologia classica, ha un’affinità elettiva con l’aldilà o regno dei morti.

By Rosa Maria Garofalo

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *