ANDROMACA, SPOSA FEDELE E SFORTUNATA

Eroina dell’Iliade e della mitologia greca, personaggio immaginario, affrontò numerose tragedie, avversità e lutti.

Chi era Andromaca

Andromaca, il cui nome significa “colei che combatte gli uomini” era una bellissima principessa della città di Tebe Ipoplacia.

Quest’antica città era situata nella regione chiamata Misia, oggi si troverebbe in Turchia.

Tebe Ipoplacia fu distrutta dai Greci durante la guerra di Troia, essendo una città alleata dei troiani.

Andromaca è conosciuta soprattutto per essere stata la sfortunata moglie di Ettore, un eroe e principe troiano.

Fu mandata a Troia dal proprio padre per sposare Ettore, principe ereditario di Troia, in un matrimonio combinato dai rispettivi genitori, ma i due giovani s’innamorarono a prima vista una dell’altro.

La loro unione, coronata dalla nascita di un bimbo di nome Astianatte, fu un matrimonio felice, poi con la terribile guerra di Troia gli eventi precipitarono in tragedia per l’intera stirpe reale di Priamo.

La guerra di Troia durò dieci anni e sconvolse la vita di tutti i personaggi citati da Omero sia nell’Odissea, sia nell’Iliade.

La stessa Andromaca perse i genitori e i suoi fratelli, rimasti a Tebe Ipoplacia, durante la guerra di Troia.

Andromaca era rispettata e benvoluta dai Troiani per la sua bontà d’animo e per la sua fedeltà al principe ereditario in paragone con Elena, una regina che a causa del suo adulterio, aveva provocato la sanguinosa guerra di Troia.

Era una donna molto intelligente, cosi la descrive Omero, una donna che cercava sempre di trovare una soluzione ai problemi.

Fu lei a scongiurare il marito Ettore di stare sulle mura di Troia, rimanendo sulla difensiva nei confronti del temibile guerriero Achille, un greco reso quasi invincibile dagli dei.

Naturalmente, Ettore non ascoltò il suggerimento della moglie e la rimproverò dicendole di occuparsi delle faccende domestiche, lui era un principe e doveva combattere in ogni caso.

Ettore amava Andromaca ma per un principe troiano era impossibile non combattere.

Sappiamo poi come andò a finire, Achille uccise Ettore in combattimento e ne profanò il corpo trascinandolo per il campo di battaglia.

Andromaca oltre a subire la morte dell’amato marito, fu straziata dall’uccisione del proprio bimbo Astianatte che fu gettato dalle mura di Troia da parte di Neottolemo, figlio di Achille.

Fu Ulisse a suggerire a Neottolemo di uccidere il bimbo discendente della stirpe di Priamo.

Andromaca divenne quindi bottino di guerra e Neottolemo ne fece la sua concubina.

Nel suo cuore Andromaca amava profondamente Ettore benché morto, e alla fine Neottolemo rabbioso per non aver conquistato il suo amore, la abbandonò.

La storia della triste Andromaca termina quando incontra Eleno, fratello gemello di Cassandra e ne divenne la moglie.

I due ebbero anche un figlio di nome Cestrino.

Non sappiamo se quest’unione sia stata felice, Omero non dice nulla nei suoi due poemi, ma sicuramente Andromaca alla fine avrà trovato la sua pace e serenità accanto al terzo marito.

Il mito di Andromaca in Storia dell’Arte

Andromaca e le sue vicissitudini hanno influenzato grandemente le arti figurative.

A Madrid si trova una statua intitolata Andromaca, datata 1853 dello scultore José Vilches, l’opera è situata nel Paseo de Recoletes.

Andromaca pensierosa e disperata è colta forse nell’attimo in cui le giunge la notizia della morte dell’amato marito Ettore.

Il grande pittore neoclassico francese Jacques – Louis David ha dipinto il momento in cui Andromaca piange il marito morto in guerra.

Il quadro, datato 1783 dal titolo Il dolore e i rimpianti di Andromaca sul corpo di Ettore si può ammirare a Parigi al Museo del Louvre.

Il pittore inglese preraffaellita Sir Frederic Leighton ha raffigurato la nostra eroina mentre è fatta prigioniera da Neottolemo e portata in terra straniera.

Il grande dipinto del 1888 dal titolo Andromaca prigioniera si trova Manchester, nel locale Museo di Arte Moderna.

In Italia, Giorgio De Chirico, massimo esponente della corrente artistica detta Metafisica, ci ha lasciato un dipinto dal titolo Ettore e Andromaca del 1917, custodito a Roma alla Galleria di Arte Moderna.

Il pittore ha immortalato sulla tela, il momento toccante in cui i due sposi, raffigurati come due manichini senza braccia, si salutano  per l’ultima volta.

Nella città di Cosenza in Calabria, invece c’è una bellissima opera artistica, una scultura di bronzo del 2005, intitolata Ettore e Andromaca, ispirata da una precedente opera di Giorgio De Chirico.

Situata in Piazza Kennedy, è una scultura che raffigura i due giovani sposi mentre si abbracciano prima che Ettore sia ucciso da Achille.

Mentre nel quadro Ettore e Andromaca, i due soggetti sono rappresentati come due manichini senza braccia alla maniera della corrente Metafisica, nella scultura esposta a Cosenza, i due innamorati sono avvinghiati in un commovente e ultimo abbraccio.

Questa scultura fa parte del Museo MAB (Museo all’Aperto Bilotti) un insieme di opere d’arte di cui i mecenati Carlo ed Enzo Bilotti hanno fatto dono alla propria città. 

La scultura, esemplare unico, è una realizzazione autorizzata dalla Fondazione Giorgio e Isabella De Chirico.

La scultura è la diretta espressione del desiderio dell’artista di vedere la sua opera realizzata in dimensioni monumentali.

Un desiderio che si realizzò parecchi anni dopo la sua morte avvenuta nel 1978.

By Rosa Maria Garofalo

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