Donna Alloro

Donne e Astrattismo in mostra a Como

Una mostra interamente al femminile. Numerose  artiste protagoniste dell’astrattismo dal 1930 al 2000 suddivise in diversi percorsi  che evidenziano le diverse declinazioni, modalità e linee di ricerca Donne protagoniste dell’arte astratta italiana dal 1930 al 2000. Questo il tema della mostra “Astratte. Donne e astrazione in Italia 1930-2000” che si tiene a Como nella splendida cornice di Villa Olmo fino al 29 maggio 2022. La mostra è organizzata dal Comune di Como e curata da Elena Di Raddo. L’esposizione prende avvio da alcune artiste comasche allargando poi l’attenzione su altre protagoniste dell’arte italiana dagli anni Trenta del Novecento fino all’inizio del 2000, anni in cui l’indagine sull’astrazione si declina in gruppi e tendenze comprese tra astrazione geometrica, informale, pittura analitica e astrazione post-pittorica. Donne e astrazione in Italia 1930-2000 ha il merito di portare l’attenzione su queste protagoniste dell’arte italiana, un nucleo ristretto ma significativo del contributo femminile al mondo dell’arte contemporanea. La storia dell’arte astratta infatti, in Italia come nel resto d’Europa, è una storia sostanzialmente al maschile, scardinata per la prima volta nel 1980 dall’importante mostra “L’altra metà dell’avanguardia”, a cura di Lea Vergine, che per la prima volta, porta alla luce le donne dimenticate dalla storia dell’arte. Il percorso espositivo è scandito da aree tematiche che evidenziano le diverse declinazioni, modalità e linee di ricerca in cui l’arte aniconica si esprime: Pioniere, Segno/Scrittura, Geometrie, Materia, Meditazione/Concetto, Corpo/Azione/Re-Azione e Spazio/Luce, ultima tappa del percorso. Tra le artiste: Carla Badiali, Cordelia Cattaneo, Betty Danon, Carla Accardi, Nathalie du Pasquier, Fernanda Fedi, Alessandra Bonelli, Franca Ghitti, Maria Morganti e tante altre. Una mostra molto vasta che continua idealmente con una appendice presso la Pinacoteca Civica di Como, dove, nello stesso periodo, verrà esposta un’opera luminosa in cristalli, specchi e neon di Nanda Vigo, in prestito dall’Archivio Nanda Vigo di Milano.

Read More »

Continua a leggereDonne e Astrattismo in mostra a Como

L’anima russa di Carl Gustav Jung porta il nome di una donna

È uscito in Francia un libro di Frédéric Lenoir che riaccende i riflettori su un “gigante” della psicanalisi del ‘900: Carl Gustav Jung. Con Jung Un voyage vers soi, “Un viaggio verso se stessi” l’autore conduce nel viaggio più entusiasmante: quello dentro di noi. E se è vero che è la donna a rappresentare la via dell’uomo verso se stesso, il percorso di consapevolezza per Jung non può prescindere da una grande donna: Sabina Spielrein.
Continua a leggereL’anima russa di Carl Gustav Jung porta il nome di una donna

ARTEMISIA GENTILESCHI (1593 – ca. 1652/1653): LA PRIMA GRANDE PITTRICE A SALIRE ALLA RIBALTA

di Glenda Oddi Artemisia Gentileschi fu figlia del pittore Orazio Gentileschi, uno dei primi caravaggeschi (seguaci della maniera artistica del Caravaggio). Nacque a Roma nel 1593 e mostrò precocemente nella bottega paterna una particolare inclinazione per la pittura Artemisia Gentileschi fu figlia del pittore Orazio Gentileschi, uno dei primi caravaggeschi (seguaci della maniera artistica del Caravaggio). Nacque a Roma nel 1593 e mostrò precocemente nella bottega paterna una particolare inclinazione per la pittura. Venne da questi affidata, ancora bambina, alle cure di un suo amico pittore (Agostino Tassi) con il pretesto di farle perfezionare la prospettiva, che però tradì la sua fiducia abusando di lei. Artemisia trovò il coraggio di denunciarlo pubblicamente ma rimase comunque per sempre segnata dall’accaduto. Per tale ragione nel 1614 fu costretta a lasciare la tanto amata città natale per spostarsi a Firenze ed accettare un matrimonio di circostanza con un uomo molto più vecchio di lei. Qui fu la prima donna della storia ad essere ammessa alla prestigiosa Accademia del Disegno nel 1614, dove conobbe grandi artisti. Tra il 1620 e il 1621, ormai morto il marito, tornò nella città natale con le due figlie ma qui trovò ormai un ambiente più aperto al classicismo carraccesco che alla potente maniera espressiva dei caravaggeschi, per tale ragione si spostò dopo qualche anno a Venezia (1627-1630) e poi definitivamente a Napoli, dove morì nel 1653. Artemisia Gentileschi ebbe una storia tormentata e difficile. Fatta di fama ma anche di eventi traumatici. Di arte ma anche di grandi difficoltà nel portare avanti questo suo mestiere a causa del suo essere donna in un epoca in cui l’arte era dominata completamente dagli uomini. Per queste ragioni le sue opere sono mosse da un forte chiaroscuro che conferisce loro particolare drammaticità e passione. In questo panorama la gentileschi si colloca

Read More »

Continua a leggereARTEMISIA GENTILESCHI (1593 – ca. 1652/1653): LA PRIMA GRANDE PITTRICE A SALIRE ALLA RIBALTA