Eris, la dea della discordia

Nella mitologia greca, tra le divinità olimpiche si distingue una figura particolare, capace di scatenare il caos e i contrasti tra gli Dei e gli uomini: Eris, la dea della discordia.

Chi era Eris

Nella concezione omerica, (Iliade, IV, 440 segg.) Eris era la sorella minore di Ares, quindi figlia di Zeus ed Era e crebbe fino a toccare il cielo con il capo ma camminava sulla terra. 

Dimo e Fobo, cioè rispettivamente il Terrore e lo Spavento, erano suoi compagni. Secondo la Teogonia di Esiodo, era figlia della Notte, che era madre anche della Morte, della Vecchiaia, dell’Inganno, e così via. Eris personificava quindi il caos, conflitto e la rivalità, spargendo il dissenso ovunque passasse.

Eris compare per la prima volta nel mito della “Mela o pomo della discordia“, uno degli episodi più famosi legati alla guerra di Troia. Secondo il mito, Eris, non fu invitata al matrimonio di Peleo e Teti, e decise quindi di vendicarsi.

Arrivata sul luogo del banchetto di nozze, Eris fece scivolare sul tavolo del banchetto nuziale una mela d’oro, ritenuta da alcuni proveniente dal giardino delle Esperidi, annunciando che essa era destinata “alla più bella” tra le divinità femminili presenti.

La competizione che scoppiò tra Era, Atena e Afrodite per ottenere il frutto e il titolo associato portò al giudizio di Paride e, in seguito, al rapimento di Elena, evento che scatenò la guerra di Troia.

Nei racconti mitologici, è stata descritta come una divinità astuta e velenosa, capace di influenzare anche gli Dei più potenti.

Sebbene non fosse oggetto di culto formale come le altre divinità, l’influenza di Eris era diffusa nella vita quotidiana degli antichi greci. Il concetto di discordia da lei rappresentato era considerato una forza cosmica inevitabile, che poteva manifestarsi in vari modi, dal conflitto bellico alle dispute familiari.

Il mito del pomo della discordia continua a influenzare la cultura occidentale moderna poiché rappresenta la rivalità, la competizione e il conflitto causati da un oggetto di desiderio. Questo tema è presente in varie situazioni, come la politica, lo sport, l’arte e persino nelle relazioni personali, evidenziando la natura umana di cercare il confronto e la competizione sfrenata per il prestigio, il potere o l’amore.

Il mito di Eris in Storia dell’Arte

Eris è spesso rappresentata come una figura inquietante, con uno sguardo acuto e un sorriso malizioso, mentre tiene in mano la mela d’oro, simbolo della sua capacità di provocare discordia. L’arte greca antica, soprattutto le ceramiche, l’ha rappresentata sempre come un cattivo e pauroso demone, a volte con le ali, a volte con serpenti al posto dei capelli (nelle rappresentazioni più arcaiche) per lo più in compagnia di altri esseri suoi pari come, oltre ai ricordati Dimo e Fobo, anche le Erinni, le Keres, Enio. 

In pittura solo nel tardo Medioevo e nel Rinascimento, quando ci fu il revival della mitologia classica, gli artisti crearono opere d’arte mitologiche legate al mito di Eris e al pomo della discordia.

La dea non fu mai rappresentata come soggetto protagonista, ma sempre riguardo al matrimonio di Teti e Peleo, oppure all’episodio del pomo della discordia, noto anche come “Il giudizio di Paride.

Abraham Bloemaert, pittore olandese (1564-1651) ha dipinto Il matrimonio di Peleo e Teti, datato 1638 ed esposto al Mauritshuis, un Museo statale d’arte situato a L’Aia, nei Paesi Bassi. Il museo ospita il Gabinetto Reale delle Pitture, che comprende 854 opere, principalmente del periodo chiamato il Secolo d’oro della pittura olandese.

Nella sua opera l’artista olandese ha raffigurato la festa nuziale di Teti e Peleo. 

L’ambiente descritto dovrebbe essere festoso ma i visi dei partecipanti al banchetto non sono felici, forse perché nell’estrema sinistra del dipinto s’intravede Eris che sta per lanciare il suo pomo della discordia. Gli Dei presenti, infatti, si sono accorti di Eris, raffigurata dal pittore come una donna anziana di brutto aspetto con serpenti al posto dei capelli.

Zeus il padre degli Dei è visibilmente abbattuto, il suo capo è volto nella direzione di Eris, quasi a prefigurare il grande caos e dissenso che di lì a poco causerà la vendicativa e malvagia dea.

Gli artisti di grafica moderna e di Digital Art, rappresentano nelle loro opere la vendicativa dea come una donna in parte bella, con ali fiammeggianti oppure senza, con caratteristiche figurative che danno risalto al suo ruolo di ambasciatrice di guerra, caos, rivalità, dissenso, discordia.

By Rosa Maria Garofalo

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