Il “Self-Portrait” che introduce al museo di donne pittrici   

Da Artemisia Gentileschi a Frida Kahlo e tante altre artiste.

“Comincio qui un viaggio in trentasei tappe fra opere nelle quali la donna è soggetto”. Inizia così il nuovo libro di Melania G. Mazzucco dal titolo “Self-Portrait” che sta per “Autoritratto”. Con sottotitolo:” Il Museo del mondo delle donne” uscito nel 2022 con la casa editrice Einaudi. In effetti scorrendo il bel volume, dalla copertina cartonata, sono trentasei i ritratti delle pittrici su cui l’autrice si sofferma con una selezione di opere. Una carrellata dunque dove la donna è soggetto due volte come sta scritto sin dall’esordio. Quel “due volte” ha un senso perchè, citando testualmente, “è una donna il soggetto che concepisce e realizza di sua propria mano il quadro e perché è una donna anche il soggetto dell’opera”.

La galleria di pittrici e opere prende avvio con “Porzia” di Elisabetta Sirani che l’autrice sceglie come manifesto di tutte le artiste definite “donne forti, eroine a loro modo che rivendicano il diritto di volgere le spalle ai lavori domestici per contribuire alla lotta politica e/o alla produzione culturale”. Quello che quindi ci si deve aspettare da questa galleria di ritratti è una sorta di viaggio nella vita delle donne dalla nascita alla morte. Una cronologia che però segue percorsi intimi anziché il criterio della successione dei secoli. E così per la fase della “Nascita e Infanzia” vengono proposte le figure di Leonora Carrington, Berthe Morisot, Antonietta Raphael e Marlene Dumas.

Per la fase dell’ “Adolescenza” spicca in solitaria Suzanne Valadon con il suo “La bambola rifiutata”. Per la “Giovinezza” ci vengono incontro figure della levatura di Artemisia Gentileschi, Pauline Boty e Marie-Guillemine Benoist. Per il tema “Erotismo” vengono proposte l’italiana Giulia Lama con il suo “Nudo femminile sdraiato” e “Le cerbiatte” di Marie Laurencin. Nell’excursus della vita al femminile non poteva poi mancare il riferimento al tema della “Gravidanza”. Qui si va da Plautilla Nelli a Antonia Eiriz, fino a Paula Modersohn Becker con il suo “Autoritratto per il sesto anniversario di matrimonio” e alla “Gestazione” di Jenny Saville. Strettamente legato al tema della gestazione c’è poi quello dell’ “Aborto” per il quale viene scelto l’olio su metallo “Il letto volante” di Frida Kahlo. 

Segue, ma non certo per ordine d’importanza, il tema della “Sessualità” dove sono scelti i quadri “Azalee bianche” di Romaine Brooks, “Iris nero” di Georgia O’Keeffe  e “Appassionata” di Carol Rama. Per il tema della “Sorellanza” il simbolico testimone è passato a Ol’ga Vladimirovna Rozanova, per la “Vita di madre” a Tamara de Lempicka, per la “Vita da donna sola” a Gabriele Munter, per “Vita da moglie” a Louise Bourgeois. Il tema al quale vengono dedicati più quadri è quello del “Lavoro” che la dice lunga. Sarà quindi la volta di Plautilla Briccia, di Tarsila Do Amaral, Eva Gonzales, Sonia Terk Delaunay, Natal’ja Goncarova, Marianne Werefkin, Elin Danielson Gambogi, KatsushikaOi, fino a Emma Ciardi.

Chiudono la galleria le tematiche dedicate alle “Madri orfane” con Kathe Kollwitz, e alla “Vecchiaia” rappresentata dalle opere di Laura Wheeler Waring, Helen Schjerfbeck, e Giosetta Fioroni. Un percorso collettivo, interamente al femminile, nel quale le donne rivendicano il diritto di realizzarsi nell’arte, superando i ruoli che la società e la cultura del tempo hanno da sempre assegnato loro.            

Di Maria Teresa Biscarini

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