Donne

Le donne del Decameron: tutti i possibili modi di essere donna

Il Decameron di Boccaccio, oltre a essere una delle opere più note e importanti della letteratura trecentesca europea, è un omaggio alle donne e un’interessante sfilata di tipologie femminili. Di Anna Rita Rossi . I personaggi del gentil sesso – ritratti dal Boccaccio, attraverso le parole dei giovani che si dilettano a raccontare le novelle raccolte nel libro – risentono dei tempi in cui l’autore viveva, ma sono già proiettati verso una condizione più moderna.La leggiadra schiera di donne del Decameron è composta da figure con le quali il Boccaccio può presentare tutti i possibili modi di essere donna: dal più negativo al più positivo e grandioso. Entro tali confini, Boccaccio è capace di cogliere tutte le possibili sfumature.Può essere molto piacevole aggirarsi tra questi esempi femminili che incarnano, a seconda dei casi, una serie di atteggiamenti, vizi e virtù.Scorrendo le cento novelle, narrate in dieci giorni da un gruppo di giovani – sette donne e tre uomini che si trattengono fuori da Firenze per sfuggire alla peste nera – riscontriamo che Boccaccio è riuscito a rappresentare caratteri e personalità diverse senza trascurare nulla, e le varie situazioni in cui questi personaggi sono calati ne rivela non solo l’apparenza, ma anche i risvolti più intimi.Le donne delle sue novelle sono di volta in volta: astute, ingenue, virtuose, viziose, sciocche, sagge, piene di iniziativa, remissive, devote, fedeli, adultere.Insomma, una carrellata molto varia, ma quello che più conta è la vitalità insita in questi esempi femminili così ben tratteggiati.Se decidete di avventurarvi in questa magnifica opera, posso già farvi un’anticipazione: non ve ne pentirete.
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Women4Climate: ovunque trovi donne che lottano per la giustizia climatica

Sono sempre più numerose le donne con ruoli di responsabilità che sono fautrici di una dura lotta politica contro i cambiamenti climatici che impattano sui Diritti umani e di equità di genere. Di Carmen Marinucci Intervenuta alla Conferenza TEDWomen del 2015 (Monterrey-California, 27-29 maggio 2015) per parlare sul perché i cambiamenti climatici costituiscono una minaccia per i diritti umani, l’ex Presidente della Repubblica d’Irlanda Mary Robinson, ex Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, ha ricordato la Marcia per il Clima di New York del 21 settembre 2014, quando alla vigilia della Conferenza ONU sul Clima (23 settembre 2014), si svolse la più grande manifestazione per il clima mai avvenuta.“Ricordo molto bene la Marcia per il Clima dello scorso settembre, fu un grande stimolo, non solo a New York, ma in tutto il mondo, e dobbiamo costruirci sopra – ha sottolineato la Robinson che ora presiede la Fondazione che porta il suo nome per la Giustizia Climatica  Marciavo con delle famiglie anziane, e vidi un cartellone un po’ più lontano, ma eravamo così stretti gli uni agli altri, perché dopo tutto, c’erano 400 000 persone per le strade di New York, che non riuscii ad arrivare a quel cartellone, mi sarebbe piaciuto poterci camminare dietro, che diceva, ‘Nonne Arrabbiate!’ (considerando le risate del pubblico, il termine angry doveva avere un senso… più forte)”. Il rispetto dei Diritti umani e dell’equità di genere sono infatti elementi imprescindibili per affrontare gli impatti del cambiamenti climatici, come peraltro è ben consapevole un’altra leader della causa qual è Alexandra Ocasio-Cortez, la più giovane donna che sia mai stata eletta al Congresso statunitense, appartenente all’ala progressista del Partito Democratico statunitense, entrata alla Camera dei Rappresentanti con le elezioni di mid-term dello

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Giornata Internazionale della tolleranza zero nei confronti delle pratiche di mutilazione genitale femminile

La Commissione Ue celebra l’evento ricordando dati e iniziative di contrasto ad un problema ancora troppo sottaciuto e nascosto, purtroppo ben più diffuso di quanto si immagini. Di Alberto Piastrellini Oggi, 6 febbraio, si celebra la Giornata Internazionale della tolleranza zero nei confronti delle pratiche di mutilazione genitale femminile, istituita dall’Assemblea generale dell’ONU il 20 dicembre 2012, con l’obiettivo di promuovere campagne di sensibilizzazione e azioni concrete per combattere la pratica delle mutilazioni genitali femminili. Usanza raccapricciante e ancora troppo diffusa in alcuni Paesi del mondo, purtroppo eseguita, spesso in casa o comunque in strutture ove non è possibile garantire alcun controllo igienico o medico, anche in Occidente, ovviamente di nascosto. Le stime, proprio per questo molto indicative, indicano come nel mondo oltre 200 milioni di donne (500.000 nella sola Europa) siano state sottoposte a queste pratiche che nulla hanno a che vedere con la salute del corpo o con il benessere, rientrando nel nebuloso e tutto soggettivo territorio della tutela dell’onore e della tradizione. Al ritmo attuale, si teme che di qui al 2030, altri 68 milioni di giovani ragazze dovranno subire questo trauma nei Paesi ove tali azioni sono praticate abitualmente (e quindi più o meno censibili). Ricordiamo che sotto la denominazione di mutilazione genitale femminile rientrano tutta una serie di operazioni che vanno dall’escissione parziale a quella completa dei genitali femminili esterni; dalla rimozione parziale o totale del clitoride alla rimozione di piccole e grandi labbra, sino al restringimento dell’apertura vaginale con la sutura successiva alla rimozione delle parti esterne. Si possono ben immaginare le conseguenze invalidanti fisiche e psicologiche nel breve e nel lungo periodo per chi subisce tali operazioni senza contare i rischi derivanti dall’utilizzo di strumenti non chirurgici e dall’operato di persone non professioniste in campo medico-chirurgico. In occasione della Giornata Internazionale l’Alto rappresentante

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