Quando la bellezza diventa ossessione


Trucco e cosmetici per talune diventano una ragione di vita che sfiora la patologia

Di Alberto Piastrellini

Viviamo in un’epoca che ha fatto della bellezza fisica il fine ultimo dell’esistenza.

La bellezza è l’obiettivo base da raggiungere per poi spiccare il volo sulle ali del successo; da quello semplicemente virtuale dei social a quello legato al lavoro e alla realizzazione di sé.

Ma quando la ricerca estenuante e continua di perfezione diventa ossessione allora nascono i problemi e quello che un tempo era un innocente atto di vanità e di compiacimento si trasforma in un mostro capace di togliere energia, rubare tempo, causare depressione, impoverire le proprie tasche, sino alle estreme conseguenze che portano alla compulsiva ricerca di ritocchi e modifiche al proprio corpo anche a discapito della salute e dell’equilibrio psicofisico.

Difficile stabilire una causa, ma certamente l’immagine dominante della donna nella comunicazione pubblicitaria, sempre più pervasiva e sganciata dai media tradizionali – avendo ormai conquistato le infinite opportunità della Rete – gioca un ruolo fondamentale sin dalla più tenera età, considerando la facilità di accesso ai vari device.

Malgrado a parole, infatti, molte donne di ogni età tendono a deprecare ed irridere stereotipi ed immagini artefatte, nel quotidiano, per seguire un’idea trendy, finiscono per adottare quegli stessi comportamenti in termini di look, hair-style, colori e make-up.

Ma dalla perfezione (artificiosa) di una foto alla realtà, ce ne corre, di qui la necessità, sempre più impellente e diffusa di ricorrere ad ulteriori accorgimenti cosmetici per nascondere piccole imperfezioni, esaltare forme, ristrutturare un’idea di volto, mascherare, sacrificando, infine, la propria identità sull’altare di una dea capricciosa e volitiva chiamata Moda.

Produttori di cosmetici e accessori affini dedicati hanno mangiato la foglia da tempo intravedendo un business illimitato ed un target molto ampio per età e genere. I dati nel solo comparto dei cosmetici sono impressionanti: Cosmetic Europe (la Federazione Europea delle industrie cosmetiche), ha stilato una classifica dalla quale si evince che il valore di mercato di prodotti cosmetici e per l’igiene personale è stato, nel 2017, di 77,6 miliardi di Euro in Europa (che si attesta primo mercato mondiale nel settore), seguono gli USA (67,2 miliardi) e la Cina (43,4 miliardi).

La comunicazione fa il resto ed ecco quindi nascere nuove forme di ossessione, quella per il make-up in sé stesso che diventa vera e propria ragione di vita e quella per l’acquisto e l’accumulo seriale di prodotti e strumenti per la bellezza.

Sono entrambe ossessioni dispendiose e sprecone legate ad un approccio consumistico alla vita nel quale la supposta ricerca del benessere e della realizzazione individuale confligge col resto del mondo in termini di consumo e di accesso alle risorse, ma è difficile da far digerire a coloro che, guardandosi allo specchio non si sentono “a posto”.

Come per tutti i disturbi legati alla sfera personale, anche queste tipologie di ossessione hanno una loro casistica, studi specifici e approcci risolutivi che però, guarda caso, partono tutti dall’ auto accettazione di sè, pratica difficile e piuttosto frustrante in un’epoca dove la velocità e l’immediata soluzione dei problemi non sono termini da mettere in discussione e infatti, basta ricorrere all’acquisto illusorio di questo o quel rimedio per sentirsi felici (nell’immediato) e di nuovo insoddisfatti dopo poco (quindi potenzialmente pronti ad un nuovo acquisto).

Un vero peccato che il genere umano sia un pochino più complesso in termini di reazioni psicologiche di quanto i produttori in genere ci vorrebbero e la soluzione, guarda caso, si trova proprio alla radice del problema, basta guardarsi attentamente, dentro e non fermarsi all’immagine che ci restituisce lo specchio.

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