IL LAGO D’AVERNO

Il lago d’Averno, una località tra vulcani, mistero e magia 

Il lago d’Averno è situato in Campania, nella cintura metropolitana di Napoli, è un lago vulcanico e gli antichi greci e romani credevano che vi si nascondesse l’entrata all’Ades o Oltretomba.

Geografia del lago 

Il lago si trova nella fascia metropolitana di Napoli, precisamente nel comune di Pozzuoli, tra la frazione di Lucrino e il sito archeologico dell’antica città magno greca di Cuma.

Il suo nome Averno deriva dal greco e significa senza uccelli, infatti, in tempi antichi erano convinti che il lago emanasse vapori velenosi tali da non permettere agli uccelli di viverci.

Il cratere vulcanico, ormai spento, ospita il lago formatosi circa 4000 anni fa, si trova a 2 metri  sul livello del mare nella famosa zona detta dei Campi Flegrei.

Il lago d’Averno ha una forma ellittica con una superficie di 0,55 kmq e una profondità di 35 metri, il perimetro intorno  al lago è di circa 3 km.

Le sue acque dolci sono cupe e immobili, circondate da ripidi versanti coperti da boschi.

I Campi Flegrei, nella cui area sorge il lago, sono una vasta zona situata a ovest di Napoli, nel golfo di Pozzuoli e sono conosciuti fin dall’antichità per l’intensa attività vulcanica, in effetti, i Campi Flegrei sono un antico supervulcano in quiescenza.

I supervulcani sono delle grandi caldere presenti sulla superficie terrestre con un diametro di decine di km; in tutto sulla Terra le grandi caldere presenti sono circa 10/12 e i Campi Flegrei sono tra questi.

L’area dei Campi Flegrei dunque è sotto stretta sorveglianza sia della Protezione Civile, sia dall’INGV.

L’area flegrea comprende in particolare i comuni di Napoli, Pozzuoli, Quarto, Giugliano, Bacoli e Monte di Procida, e oltre al lago di Averno, vi si trovano altri laghi di acqua salata, infatti, il lago d’Averno è l’unico di acqua dolce.

Essi sono: il Lucrino, il Fusaro, il Miseno, tutti di acqua salmastra o salata.

Il lago d’Averno è raggiungile da Napoli sia in metropolitana, sia con l’automobile.

In metropolitana prendere la Linea Cumana, fermata Lucrino e costeggiare a piedi l’omonimo lago per poi immettersi immediatamente sul sentiero del lago di Averno.

I due laghi, Lucrino e d’Averno, sono vicinissimi.

Con l’automobile prendere la Tangenziale di Napoli uscita n.14 Pozzuoli – Arco Felice e seguire le indicazioni per Napoli – Pozzuoli, Baia e Bacoli.

Arrivati sul posto, è possibile seguire il camminamento lungo il lago, una passeggiata di circa 3 km e ammirare lo splendido paesaggio.

Il lago ospita una comunità stanziale di folaghe insieme a svassi maggiorigermani reali e altri anatidi.

Nelle acque sono presenti diverse specie di pesci, come le bavose di acqua dolce e le alborelle; ci sono persici e gambusie, specie alloctone, cioè introdotte dall’uomo, pesci rossi e tartarughe di acqua dolce domestiche liberate nel lago.

Sono presenti anche biscerane e gamberetti d’acqua dolce.

Storia e mitologia del luogo

Gli antichi greci e romani credevano che l’Ades, Inferi o Oltretomba fosse un luogo fisico sulla Terra, con una delle sue entrate proprio sul lago d’Averno.

Da ricordare che per la religione romana, gli Inferi erano chiamati anche Averno, nome preso dall’omonimo lago.

L’altro ingresso all’Ades si trovava nel paese dei Cimmeri, dove si recò Ulisse per parlare con l’indovino Tiresia.

Il grande poeta latino Virgilio nel VI libro dell’Eneide ci narra che l’eroe Enea consultò la Sibilla Cumana, situata in un antro presso il tempio di Apollo a Cuma, pregandola di guidarlo verso gli Inferi, la cui porta di accesso era proprio il lago d’Averno.

I Romani, inoltre, costruirono un canale di collegamento diretto al mare, trasformando il lago d’Averno nel porto della città di Cuma, il porto Julius, dedicato all’imperatore Ottaviano Augusto.

Questo porto era collegato anche alla parte orientale del lago di Lucrino.

Un altro elemento turistico, ormai non più visitabile, sono le grotte di Cocceio nelle vicinanze del lago, ossia un cunicolo scavato dai Romani per scopi militari che collegava il lago a Cuma.

Oggi non è più visitabile a causa di danneggiamenti strutturali avvenuti durante la seconda guerra mondiale che hanno reso la grotta pericolante.

Passeggiando per vigneti e boschi si arriva alle rovine del complesso termale che sorgeva proprio sul lago d’Averno, chiamato dagli abitanti Tempio di Apollo.

La tradizione popolare ha da sempre attribuito a questi ruderi i resti di un tempio dedicato al culto di Apollo, forse per la vicinanza al sito dove operava la Sibilla Cumana.

Dalle rovine rimaste, si può vedere l’area di una grande sala centrale, con cupola a pianta ottagonale all’esterno e circolare all’interno. Alta all’incirca 20 metri sbalordisce per il diametro della cupola di 38 metri, quindi era uno dei più grossi complessi termali giunti fino a noi, e fa intuire che la struttura dovesse essere importante già in epoca antica prima dei romani.
Con particolari condizioni di limpidezza del lago, è possibile anche ammirare la piscina d’immersione al piano terra dove confluivano le acque termo-minerali, riccamente adorna di marmi e statue e collassata a causa del bradisismo.

By Rosa Maria Garofalo

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *