Tumi, perché portafortuna?

Ed eccoci qui ad analizzare un altro portafortuna il Tumi antichi coltelli delle civiltà precolombiane. 

Essi oltre ad essere dei portafortuna sono al giorno d’oggi anche fantastici esempi di alta gioielleria sia per i metalli preziosi con cui sono fatti sia anche per il lavoro che sta dietro la loro progettazione e per le gemme autoctone del Perù che vi sono incastonate. 

In antichità erano dei coltelli a lama semicircolare e un manico che raffigurava una figura umana o animale, decorato con lapislazzuli e altre pietre preziose e realizzato in bronzo, rame, legno, oro o argento. 

Di solito era usato per le cerimonie sacrificali tipo quella che avveniva alla fine dei raccolti per ringraziare il sole. 

In questa occasione il sommo sacerdote sacrificava un lama, nero o bianco proprio usando il tumi ed estraeva dall’animale il cuore ancora palpitante e le viscere per poi predire il futuro.

Ma il tumi non veniva usato solo nelle cerimonie religiose esso era anche usato per le operazioni chirurgiche quali la trapanazione cranica.

Spesso si possono trovare raffigurati anche su vasi sia sotto forma di pitture che di incisioni ed è considerato un simbolo beneaugurante, tanto da essere diventato il simbolo nazionale del Perù.

Adesso lo si può trovare appeso ai muri come portafortuna oppure nei souvenir da regalare come tazze o portachiavi.

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